Le Demoiselle d’Avignon è uno dei quadri più celebri di Pablo Picasso, universalmente considerato il quadro manifesto del cubismo, la corrente artistica di cui pionieri furono Picasso e Braque.
E’ sicuramente uno dei movimenti artistici più innovativi dell’inizio del ‘900 e rappresenta una frattura netta e definitiva con lo stile pittorico tradizionale, ancorato agli stilemi dettati dagli impressionisti.
Già prima di Picasso alcuni artisti, come Seurat, Munch, Van Gogh, ma soprattutto Cèzanne (il quale influenzò più di tutti il modo di vedere di Picasso) iniziarono una ricerca stilistica volta alla scomposizione e alla geometrizzazione dello spazio.
Le figure umane, seppur distorte nello spazio, risultavano comunque verosimili: con questo quadro, non più.
La genesi del quadro è molto lunga: Picasso ci lavorò tantissimo e tantissime, infatti, sono le influenze che si colgono all’interno di quest’opera: una fra tante, l’arte africana.
Nei primi disegni per la progettazione dell’opera lo spazio e le figure risultavano quantomeno tridimensionali, ma a mano a mano assistiamo ad una frantumazione dello spazio fino ad arrivare all’opera completata.
Le protagoniste del quadro sono cinque ragazze, probabilmente personaggi di una casa di tolleranza frequentata da Picasso, anche se i corpi hanno perso ogni valenza erotica.
I loro corpi sono esposti all’occhio dell’osservatore, ma sono frammentati e di diverse colorazioni. Anzi, tutto lo spazio ci appare scomposto geometricamente e disomogeneo.
I colori sono contrastanti: il rosa della carne è stagliando su uno sfondo bianco-azzurro.
Le due ragazze centrali hanno uno sguardo riconoscibile e rivolto verso lo spettatore, poi, come già detto, le due ragazze a destra richiamo le maschere di tradizione africana molto amate da Picasso, mentre la ragazza di sinistra ricorda uno stile egizio con il suo occhio centrale ed il profilo laterale.
Ai loro piedi, una piccola natura morta su un tavolo che indirizza il suo angolo proprio verso le figure.
Nata a Roma il 20 febbraio 1999.
Laurea magistrale in Storia dell’Arte alla Sapienza con 110 e lode e iscritta presso l’Ordine dei Giornalisti.