Friday, April 26, 2024
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In libreria “Quel sole e quel cielo”, ultimo libro di Geraldina Colotti

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È uscito per i tipi de La Città del Sole, casa editrice di Napoli, l’ultimo libro di poesie di Geraldina Colotti. Questo il titolo: “Quel sole e quel cielo”. Il sole è quello dell’avvenire, dei movimenti socialisti e comunisti; il cielo è quello che tanti tentano di scalare nella loro vita, come ha cercato di fare la stessa autrice. È diviso in cinque parti: “Agliuto”, “Sbagli”, “Restituzioni”, “Tutto Finisce” e “Titoli Provvisori”. “Agliuto – si legge nella quarta di copertina del libro – è il flusso di coscienza di un essere che cerca la parola: parola politica, poetica e di genere. La cerca attraverso la scelta degli anni ‘70, la tensione verso l’autentico, la sconfitta e il carcere, il rapporto tra il caso e la storia dove tutto finisce e riprende: per crepe, spigoli e tempeste.” È anche il titolo della poesia che apre la stessa raccolta, è quello che, sbagliando parola, chiedeva da bambina l’autrice, una bambina considerata cattiva, sgraziata e analfabeta. Ma niente è dovuto, scrive la poeta, e lei, la bambina, doveva stare zitta. A detta del poeta Antonio Veneziani, quella di Geraldina Colotti è “una poesia civile, ma quella vera, quella buona, anche se smagata, che incide ed entra ancor più profondamente nella carne e nello spirito di ogni lettore attento”. “Una poesia – continua – in apparenza leggera, ma solo in apparenza. I livelli di lettura sono almeno tre: l’apparenza, appunto (divertimento, leggerezza, cantabile) ma basta spingersi un po’ oltre, sbiadire un po’ il colore, per scoprire una filosofia del vivere ineccepibile, e andando ancora un poco più a fondo si trova il dolore umano e quello della poeta sola, alla ricerca perenne di alleati e di amici. “Quel sole e quel cielo” è un gran libro, un libro che va letto e magari declamato. Non starò qui a trovare le ascendenze e gli echi che vi si incontrano, ma alcuni non riesco ad evitarli, penso a certa poesia popolare, alle canzoni anarchiche e di lotta, ma anche alla poesia colta e a molta poesia al femminile, soprattutto quella sudamericana, che la Colotti, che vive tra Roma e Caracas, frequenta e conosce bene. Nel libro di Geraldina Colotti – conclude Veneziani – ci sono continui salti di tono, da quello altamente poetico, all’aforisma, dalla rima colta, al gioco di parole, deragliamenti che colgono spesso il lettore di sorpresa e lo conducono dentro un vortice di versi sempre significanti”. Il libro è stato presentato ad Ancona, presso “Altra idea di Città”.

Ex brigatista, Geraldina Colotti è giornalista de Il Manifesto e cura l’edizione italiana de Le Monde Diplomatique.  Ha scritto racconti, poesie, romanzi per ragazzi e testi comici. Ha scritto diversi libri (racconti, saggi, poesie e romanzi per ragazzi). Eccone alcuni: “Versi cancellati”, “Sparge rosas”, “Certificato di esistenza in vita”, “Talpe a Caracas”, “Dopo Chavez. Come nascono le bandiere”, “Oscar Arnufo Romero. Beato fra i poveri”,  “Il segreto”, “Poesia contra el bloqueo” e, con Vauro, “Scuolabus”.

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