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Borraccia generation

By Marta Fortunati on 3 Ottobre 2019
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Borraccia generation

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È la moda del momento, non solo pratica e comoda, ma utile per la tutela dell’ambiente ed un mondo più green. È la borraccia che fino a qualche tempo veniva usata solo dagli sportivi, ma che ora, dopo l’appello della giovane attivista Greta Thunberg, è diventato un vero e proprio must per la diminuzione dei rifiuti plastici, vero e proprio problema globale.

Secondo una ricerca delle Nazioni Unite se seguitiamo a usare le bottigliette di plastica al ritmo attuale, entro il 2050 nei nostri mari avremo più rifiuti di plastica che pesci. A sostegno di questi dati, anche le direttive europee che hanno imposto una soluzione pratica che prevede entro il 2021 di dire addio all’uso della plastica usa e getta come bicchieri, posate e piatti. Anche le amministrazioni pubbliche stanno cominciando a promuovere iniziative al riguardo: a Milano il Comune ha distribuito 100 mila borracce in alluminio destinate agli studenti delle scuole medie e primarie. All’Università Sapienza di Roma sono state distribuite borracce in alluminio riutilizzabile a docenti, matricole e corsisti esterni. Non solo atenei, Comuni ed aziende hanno intrapreso questa conversione alla borraccia, ma anche numerosi brand di moda, designer e marchi stessi di acque hanno lanciato le loro linee di borracce. Tra questi il brand Bkr ha proposto bottigliette ispirate alla moda, alla fotografia, alla cultura contemporanea e all’arte; ogni stagione il marchio lancia nuove collezioni in edizione limitata ispirate alle tendenze delle sfilate di New York, Londra, Parigi e Milano, amatissime dalle star. Grazie a questa maggiore consapevolezza, anche in Italia la borraccia è divenuta importante per disincentivare l’acquisto dell’acqua minerale in bottiglia (ogni anno consumiamo 8 miliardi di bottiglie) che pone gli italiani al primo posto in Europa e al secondo nel mondo, dopo il Messico, per l’acquisto di questo prodotto. In Italia vengono immesse 250 mila tonnellate di bottigliette Pet di acqua all’anno, di cui solo 100 mila vengono riciclate (dati Mineracqua). Ciò significa che ogni anno si producono 150 mila tonnellate di rifiuti non riciclati, che vanno a finire nell’ambiente, dove per decomporsi possono impiegare tra i 100 e i 1.000 anni. Perciò quella delle borracce è un’esigenza concreta per salvaguardare il nostro Pianeta, senza dimenticare che sono pratiche da usare, si infilano nella borsa o nello zaino e si puliscono facilmente. In commercio si trovano borracce in alluminio e in acciaio ed hanno un impatto ambientale ovviamente diverso: sono entrambe riciclabili ma l’acciaio è inossidabile, non si corrode a contatto con i liquidi ed è preferibile all’alluminio in quanto durante la lavorazione di quest’ultimo si consumano maggiore energia e risorse naturali. Inoltre, quelle in acciaio non mantengono odori e sapori dei liquidi contenuti precedentemente e sono meno soggette alla proliferazione di muffe e batteri, se lavate bene.

Per Vip, studenti, donne in carriera e operai, la borraccia fa parte ormai della quotidianità. Molti studenti, impegnati sull’esempio di altri giovani nel mondo nei #FridaysforFuture e nelle manifestazioni per il clima scelgono la sostenibilità, riducendo le bottigliette di plastica a favore della borraccia.

Molto in auge in questo periodo, è stata un oggetto di comune uso fin dai tempi più antichi. Infatti il suo antenato è l’otre che i Romani usavano per tenere liquidi e vivande. Per arrivare a tempi più vicini a noi, quella in alluminio, con un rivestimento in panno, compare nell’Ottocento, perfezionata poi durante la prima guerra mondiale.

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