Thursday, March 28, 2024

Marta Russo. Il Mistero della Sapienza

By Massimiliano Villani on 21 Novembre 2016
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Marta Russo. Il Mistero della Sapienza

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Il 26 novembre la presentazione del nuovo libro

dello scrittore e giornalista Mauro Valentini

La redazione di Pomezianews ha incontrato e intervistato lo scrittore e giornalista Mauro Valentini, in vista della presentazione del suo ultimo libro, “Marta Russo. Il Mistero della Sapienza”, in programma – in anteprima nazionale – il prossimo 26 novembre alle ore 17, presso la sala consiliare “Sandro Pertini” del comune di Ardea.

Mauro Valentini, perché un libro su Marta Russo?

“Perché forse dopo quasi vent’anni da quell’assurda morte, si può tornare a ragionare con calma e con la giusta serenità su uno dei fatti più incredibili della nostra Repubblica ed anche e soprattutto su quel processo che ne seguì, forse il più grande processo mediatico di tutti i tempi”

9 maggio 1997: si ricorda come apprese di questo fatto tragico?

“Ero al lavoro, mi muovevo proprio attorno all’area della Sapienza, ricordo lo sgomento degli studenti che uscivano, lo smarrimento anche delle forze del’ordine che cercavano alla cieca tra i cestini, i cassonetti e sotto le auto un’arma, come un ago nel pagliaio”                                                             valentini

Lei parla di una contro-inchiesta: quali sono i punti del processo, secondo la sua opinione, non chiari?

“Tanti sono i punti oscuri, alcune cose non tornano nella ricostruzione ufficiale. Per prima cosa la particella sul davanzale della famosa aula 6, scambiata in un primo momento per polvere da sparo dal primo perito nominato dal PM, che indirizzò le indagini verso quella stanza. Successive perizie esclusero fosse residuo da sparo, ma tanto bastò per deviare per sempre l’indagine. E poi quello che più colpì l’opinione pubblica furono le modalità con cui i testimoni chiave di questa vicenda verbalizzarono le loro dichiarazioni: tali modalità furono fortemente censurate da tutti, anche dal Presidente della Camera Violante che disse in una celebre intervista che “la verità non si cerca passando sulle vite degli altri”. Una presa di posizione forte, ma che fu più che giustificata dalla visione della famosa videocassetta consegnata alla stampa, in cui molti videro delle pressioni fortissime contro la testimone chiave, Gabriella Alletto”

Secondo lei chi sono veramente i personaggi chiave, Scattone, condannato per omicidio colposo aggravato, Ferraro, condannato per favoreggiamento personale e Liparota, assolto dall’accusa di favoreggiamento?

“Chi sono? Posso rispondere chi erano, perché da allora e per sempre anche a tanti anni di distanza sono additati come mostri. Mostri che l’ultima sentenza definitiva, lo vorrei ricordare a chi ha perso la memoria storica di quel processo, ha condannato Scattone per un errore e Ferraro per averlo aiutato e protetto, mentre Liparota appunto nessuno lo ricorda non è neanche nominato nel dispositivo delle condanne. Chi erano Scattone e Ferraro? Erano due talenti accademici, due ragazzi giovani ma con un futuro da insegnanti e da ricercatori, due ragazzi che vivevano una vita normale. Liparota era un dipendente della Sapienza, un ragazzo schivo, chiuso, travolto
nell’anima da un’accusa che poi non fu neanche confermata dalla Cassazione”

Cosa vorrebbe dire ai genitori di Marta Russo?

“Alla famiglia di Marta ho parlato tanto nelle pagine del libro. Ogni pensiero di quella vicenda è dedicato alla memoria di Marta, al suo sfortunato destino e al segno che loro, come famiglia hanno lasciato nella storia dei trapianti in Italia e all’estero. La loro fondazione si è prodigata moltissimo per la causa della donazione degli organi, dando un senso e un seguito al “regalo” di vita che fecero consentendo l’espianto con Marta. Pensi che si parlò all’epoca di un vero e proprio “effetto Marta Russo” con un incremento delle iscrizioni alle varie associazioni di più del 20% . Forse le parole più tenere e che ho tenuto per me le avrei rivolte però a Marta, a quella ragazza che amava Eros Ramazzotti e che sognava di diventare Magistrato. A lei il libro è dedicato insieme al mio anno e mezzo di ricerche”

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