Friday, March 29, 2024

Tragedia o Satira?

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Sono passati solamente una manciata di giorni dai funerali di chi è rimasto vittima del terremoto che ha colpito la Valle del Tronto durante la notte del 24 agosto, eppure sorprese a dir poco sgradevoli, continuano ad orbitare intorno la vicenda.

Aprendo i giornali e pagine web di informazione, in molti avranno notato un disegno intitolato “Sisma all’italiana”, raffigurante un uomo soprannominato “penne al pomodoro”, una donna chiamata “penne gratinate” un ed un cumulo di macerie dalle quali fuoriescono mani e piedi di diverse persone schiacciate tra esse, intitolato “lasagne”. A rendere il tutto più macabro, ferite e bendaggi sui corpi di chi, secondo la briosa mano dell’autore, è scampato al crollo; sangue cosparso qua e là nell’immagine, tanto per riempire un menù che non vale la carta sul quale è stampato.
Cosa spinge uno storico settimanale satirico, conosciuto in tutto il mondo, a pubblicare una vignetta di questo tipo? Si può ironizzare con nonchalance su tragedie di tali proporzioni? La satira è quindi comunicazione senza regole e priva di confini? Chi o cosa è il bersaglio di questa vignetta? Gli italiani? I terremotati? La scarsa prevenzione? La politica? La cucina italiana?

“Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli”. Quanto sono attuali nella società moderna queste parole di Oscar Wilde? Più di quanto si possa immaginare e si può dedurre che la redazione di Charlie Hebdo abbia deciso (da tempo) di prendere alla lettera le parole dello scrittore dublinese. Sacrificare pietà e buon gusto sull’altare della pubblicità è una sprezzante e fredda mossa di marketing che poco ha a che fare con l’ironia ed il sarcasmo. Una mossa economica, che costa solo il prezzo di una matita, di un foglio di carta, dello stipendio e della dignità dell’autore; praticamente nulla in confronto ai ricavi derivanti da vendite, réclame e click provenienti da internet.

Persone decedute: donne, uomini, bambini, ragazzi, anziani, famiglie intere scomparse per sempre e turisti la cui unica colpa era quella di trovarsi nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Tutti assimilati a piatti di pasta “al sangue”, compresi miei concittadini che ho avuto il privilegio e la fortuna di conoscere e che oggi, grazie alla sedicente satira di alcuni “cugini” d’oltralpe, rivedo in una triste quanto raccapricciante vignetta.
Prima gli antichi greci e poi gli antichi romani ci hanno insegnato che tragedia e satira sono generi di comunicazione artistico letteraria ben distinti: oggi alcuni francesi hanno provato a mescolare il tutto per rivendere questo cocktail di grafite ed il risultato è sotto gli occhi di tutti. Missione riuscita quindi.

Questo sciacallaggio capitalista travestito da satira non terminerà certo qui dal momento che il confine tra il concetto di rispetto e quello di libertà di espressione è molto labile. Proseguirà perché ci saranno sempre eventi e vittime sulle quali lucrare senza freni ne barriere e alle quali nessuno dovrà render conto. Continuerà perché l’etica in questa società è destinata a soccombere di fronte ai suoi due più grandi avversari: l’ego ed il denaro. Oggi, in caso di necessità, si possono ridicolizzare anche i defunti.

Ci saranno sempre risposte che nessuno darà mai, ne prima, ne durante, ne dopo il terremoto.

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