Friday, March 29, 2024

Mensa scolastica, la guerra del Codacons

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Mensa scolastica Pomezia & Ardea

L’associazione a difesa dei consumatori si è schierata a favore dei genitori ed ha diffidato i dirigenti scolastici al fine di consentire ai bambini, stante la grave situazione finanziaria, il consumo del pasto portato da casa. La diffida non è la prima in Italia: recentemente lo stesso provvedimento è stato preso a Milano, Legnano, Genova, Sesto S. Giovani ed in alcuni comuni in Calabria, dove il Codacons ha preso posizione sulla situazione denunciata dalle famiglie. Il Codacons ha voluto “segnalare i gravi episodi che si stanno verificando in tutte le mense scolastiche degli Istituti delle città di Ardea e Pomezia”. “In particolare – si legge nella diffida – i genitori degli alunni si vedono costretti ad aderire al servizio di refezione proposto dall’Amministrazione Comunale per mangiare a scuola e proseguire poi le lezioni pomeridiane. Non viene infatti consentito ai genitori, in alcuni istituti, di fornire direttamente il pasto ai propri bambini. La ASL RM H, interpellata dalle istituzioni scolastiche interessate, esprimeva, con argomentazioni del tutto opinabili, parere negativo in merito alla possibilità di consumare a scuola pasti preparati a casa. In particolare, veniva apoditticamente sostenuto che la ristorazione scolastica rivesta un ruolo primario per il benessere dei bambini attraverso la proposizione di valori nutrizionali corretti e “validati”, per cui non si ritiene praticabile il consumo di pasti preparati a casa”. Cosa che, secondo il Codacons, non si può vietare. “E’ di tutta evidenza – proseguono dall’Associazione – che la situazione de qua viola il diritto di ognuno a scelte alimentari autonome, e cioè un diritto costituzionalmente garantito ex art. 32 della Costituzione. Non vi è infatti alcuna ragionevole e comprovata motivazione che impedisca ai genitori di fornire ai propri figli il cibo per il pranzo e le argomentazioni addotte in proposito dalla ASL RM H appaiono del tutto indimostrate. Al contrario, dovrebbe essere garantito a chi usufruisce del servizio mensa un ventaglio di opportunità e scelte alimentari in grado di coprire tutte le esigenze, ma anche la possibilità di scegliere di non usufruire di tale servizio. La problematica sopra evidenziata si innesta, tra l’altro, in un contesto di grave crisi economica, nel quale le famiglie spesso si trovano a dover vivere con uno stipendio di poco superiore ai mille euro, sicché non può essere loro legittimamente negato il diritto di fornire il pasto direttamente ai propri figli senza sostenere i costi dei pasti che le Amministrazioni Comunali hanno determinato prevedendo, tra l’altro, la modulazione delle tariffe in base agli scaglioni risultanti dall’Indicatore di Situazione Economica, ISEE, stante la dichiarata difficoltà finanziaria nella quale versano le finanze comunali”. “Eppure – prosegue il Codacons – la refezione scolastica è indubbiamente un servizio pubblico ed in quanto tale non legittimerebbe i Comuni ad adottare un sistema di differenziazione nell’accesso in base alle condizioni economiche dei fruitori”.“Ciò posto – scrive infatti il Codacons – si diffidano tutti i Dirigenti degli Istituti Comprensivi delle città di Pomezia ed Ardea affinché consentano e disciplinino il diritto e le modalità di consumo nei locali scolastici del pranzo portato da casa. Diffida, infine, i Dirigenti degli Istituti Comprensivi delle città di Pomezia ed Ardea a non voler interrompere, ad anno scolastico già avviato, il servizio di doposcuola, iniziativa che arrecherebbe danno ingiusto sia alle famiglie che vi hanno aderito, sia al personale che presta la propria attività lavorativa nell’ambito di tale servizio”. IL CODACONS non tiene conto che nel caso che sia portato  il cibo da casa , non viene garantita la igienicità del sistema di conservazione, ne la qualità nutrizionale, oltre a favorire le differenze economiche tra i bambini. Ricordiamo che spesso è avvenuto che per cibo portato da casa e offerto ad altri bambini vi sono stati casi di gastroenterite, con anche ricoveri ospedalieri di urgenza. Poi vi è il comportamento opposto dell’amministrazione, nei suoi massimi esponenti, che organizza da solo il “ controllo di qualità” e manda comunicati sulla buona qualità del servizio. Ricordiamo che il servizio di qualità deve essere eseguito secondo delle regole e non con visite più o meno inaspettate! Andrea Nunziata

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