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Black Mass – L’ultimo gangster

by on 7 Ottobre 2015 0

Johnny Depp ritorna in un ruolo drammatico, trasformandosi in un gangster anni 70 senza scrupoli

La passarella sul “Red Carpet” del Festival del Lido del divo americano, aveva scatenato sui social una quantità di commenti ilari e feroci. “Ma come si è ridotto?”, si erano detti tutti, dov’era finita l’icona di bellezza del cinema mondiale?

Un mistero che in realtà nascondeva non un improvviso invecchiamento dell’eroico “Jack Sparrow” e del cioccolatiere “Willy Wonka”, ma invece il nobile gesto d’amore per la recitazione che, del resto, Johnny Depp con i suoi film ha sempre testimoniato.

Si perché quella trasformazione, che tutti avevano notato, era in realtà necessaria per interpretare il cattivo protagonista di “Black Mass – L’ultimo gangster”, dove Depp è ingrassato e invecchiato tanto da render difficoltoso riconoscerlo, e dove l’attore, con coraggio, abbandona il comodo ruolo di eroe positivo per vestire i panni di un criminale senza scrupoli.

Un film che racconta la storia vera (o diciamo meglio verosimile) di un incontro segreto, di un piano criminale ordito da un oscuro funzionario dell’FBI insieme ad un potente gangster irlandese, per eliminare lo strapotere della mafia italiana nella Boston senza scrupoli degli anni 70. Un intreccio tra politica e crimine pieno di colpi di scena, di sorprese e dove i cattivi e i buoni spesso sorprendono per la disinvoltura con cui si scambiano i ruoli, in un intreccio di dialoghi secchi ed essenziali che ricordano, ed è il pregio ritmico principale dell’opera, i favolosi telefilm polizieschi americani di quegli anni.

BLACK MASS blackmasslocandina blackmassdepp

Quindi, un bel mix dinamico e pieno di azione, un po’ “Kojak” un po’ “Sulle strade della California”, con una regia ben congegnata da Scott Cooper, che bissa l’ottimo esordio dietro la cinepresa di due anni fa, quando vinse il Roma Festival con quel sorprendente “Out of furnace”, altro film, come questo, pieno di violenza e redenzione.

E su tutto il genio e l’estro di Johnny Depp, incontenibile e totalizzante, con il suo trucco trasformista e i suoi chili di troppo che rendono il suo personaggio ripugnante e disturbante, violento eppur affascinante. Una prova che lo sdogana da quel genere un po’ carnevalesco a cui si era troppo dedicato e che rischiava di imprigionarlo. Bravo anche, seppur una categoria più in basso Joel Edgerton, che cerca di rubare la scena come antagonista e complice al fuoriclasse Depp, ripetendo comunque le ottime prove d’attore ammirate in “Zero dark thirty” e ne “Il grande Gatsby”.

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