Se il giornalismo va…… a puttane

Storia (breve) di un’ordinanza nuova…anzi vecchia

 

Io ci ho vissuto a Santa Palomba, dal 2005 al 2007… e la mia esperienza di vita in questa zona periferica di Pomezia, ai confini con l’area dei Colli Albani, è stata senza dubbio positiva: tanto verde, tranquillità e vicinanza alla stazione ferroviaria.

Da anni, però, il quartiere è abbandonato a se stesso e con gravi criticità: tra tutte, oltre alla mancanza di collegamento con la rete idrica, il fenomeno della prostituzione, sia sotto le abitazioni che in prossimità dell’importante snodo di collegamento con la Capitale.

Sul tema della prostituzione è ovvio che, in mancanza di una vera svolta nella legislazione nazionale, che affronti davvero il problema igienico e di decoro urbano, si debba andare avanti a colpi di ordinanza, l’unico mezzo (di deterrenza) a disposizione dei Sindaci per contrastare un fenomeno che porta con sé anche  implicazioni legate alla  sicurezza stradale.

L’ultima ordinanza “anti-prostituzione” emanata nella nostra Città alla fine dello scorso mese di settembre ha, però, una storia particolare e vorrei brevemente raccontarvela, perché tutti possano essere in grado di valutare non solo lo strumento, ma anche e, direi, soprattutto la particolare attenzione dedicata alla questione dai media locali e nazionali.

Iniziamo dal testo del  provvedimento.

Si vieta “a chiunque, in tutto il territorio comunale, di contattare soggetti dediti alla prostituzione ovvero concordare con gli stessi prestazioni sessuali a pagamento, oppure intrattenersi, anche solo per chiedere informazioni, con soggetti che esercitano l’attività di meretricio su strada o che per l’atteggiamento, ovvero per l’abbigliamento o le modalità comportamentali, manifestano comunque l’intenzione di esercitare l’attività consistente in prestazioni sessuali. Se l’interessato è a bordo di un veicolo la violazione si concretizza anche con la semplice fermata al fine di contattare il soggetto dedito al meretricio. Consentire la salita sul proprio veicolo di uno o più soggetti come sopra identificati costituisce conferma palese dell’avvenuta violazione alla presente ordinanza. E’ fatto inoltre divieto di assumere atteggiamenti, modalità comportamentali ovvero indossare abbigliamenti che manifestino inequivocabilmente l’intenzione di adescare o esercitare l’attività di meretricio”.

Passiamo ad una breve rassegna stampa.

Su due delle testate locali più diffuse si legge: “Il Sindaco di Pomezia Fabio Fucci vieta di parlare con le prostitute: la multa è di 166 euro” e “Nuova ordinanza di Fucci che fa parlare. A Pomezia è vietato parlare con le prostitute: si rischia una multa da 166 euro”.

Ora, invece, le stesse due testate, appena due anni fa: “Contrasto alla prostituzione, nuova ordinanza del Sindaco De Fusco” e “Il Sindaco De Fusco firma l’ordinanza. Continua la lotta alla prostituzione”.

Voi direte…dov’è il problema?

Il Sindaco Fucci ha emanato la stessa ordinanza firmata due anni fa dall’ex Sindaco De Fusco, semplicemente rinnovandola, ma i giornali locali non se ne accorgono e commentano la stessa notizia in modo opposto, riservando titoli pacati e tutto sommato positivi solo per l’ex Pd.

Anche la stampa nazionale sembra meravigliarsi di fronte alla vecchia-nuova ordinanza anti-prostituzione:

“Pomezia, il Sindaco grillino vieta di parlare con le prostitute”, “Il grillino iper-proibizionista vieta di parlare alla lucciole” e via dicendo.

 

Insomma, ancora una volta siamo di fronte allo stravolgimento della realtà da parte di chi, invece, per professione,  dovrebbe raccontarcela con obiettività.

 

Cinquanta anni fa nasceva il fumetto “Mafalda”, la bambina ribelle, arguta e dalle domande disarmanti, disegnata dall’argentino Joaquín Salvador  Lavado Tejón , con lo pseudonimo di  Quino: ecco, noi dovremmo essere un po’ come Mafalda nella vita, attenti nel leggerla e capaci di “tirar fuori, qualche volta, l’intelligenza, come le gambe, per sgranchirla”.

 




Pomezia e le lucciole

La notizia è rimbalzata immediatamente sulle testate giornalistiche e sui social con titoli del tipo… VIETATO PARLARE ALLE PROSTITUTE.

Chi si soffermerà ai soli titoli troverà la notizia quasi esilarante, chi avesse voglia di leggere l’intero comunicato invece potrà avere informazioni più rilevanti in merito all’argomento.

Tratto dal sito del comune:
“Il Sindaco di Pomezia Fabio Fucci spiega le motivazioni del rinnovo dell’ordinanza di contrasto alla prostituzione su strada e a tutela della sicurezza urbana firmato il 23 settembre scorso.
Il provvedimento vieta “a chiunque, in tutto il territorio comunale, di contattare soggetti dediti alla prostituzione ovvero concordare con gli stessi prestazioni sessuali a pagamento, oppure intrattenersi, anche solo per chiedere informazioni, con soggetti che esercitano l’attività di meretricio su strada o che per l’atteggiamento, ovvero per l’abbigliamento o le modalità comportamentali, manifestano comunque l’intenzione di esercitare l’attività consistente in prestazioni sessuali. Se l’interessato è a bordo di un veicolo – si legge nell’ordinanza – la violazione si concretizza anche con la semplice fermata al fine di contattare il soggetto dedito al meretricio. Consentire la salita sul proprio veicolo di uno o più soggetti come sopra identificati costituisce conferma palese dell’avvenuta violazione alla presente ordinanza. E’ fatto inoltre divieto di assumere atteggiamenti, modalità comportamentali ovvero indossare abbigliamenti che manifestino inequivocabilmente l’intenzione di adescare o esercitare l’attività di meretricio”.
“Ci troviamo nella necessità di continuare ad adottare provvedimenti di contrasto alla prostituzione su strada – dichiara il Primo Cittadino – sia per gli effetti devastanti degli episodi criminali legati allo sfruttamento della prostituzione, anche minorile, che si verificano sul territorio comunale; sia per la sicurezza della circolazione stradale e dell’incolumità pubblica, visti i comportamenti imprudenti e imprevedibili di quanti, alla guida dei propri veicoli, sono alla ricerca di prestazioni sessuali a pagamento. Inoltre, ci sono zone in cui il fenomeno risulta particolarmente grave, come nella zona di Santa Palomba, dove i residenti del quartiere e gli utenti della stazione sono esasperati dalla presenza, a tutte le ore del giorno e della notte, di soggetti dediti alla prostituzione. Questo provvedimento è mosso anche dal forte interesse della mia Amministrazione nell’incentivare il trasporto collettivo e rendere accessibile, sicura e di facile utilizzazione tutta l’area della stazione ferroviaria di Santa Palomba e le fermate per l’attesa dei mezzi di trasporto pubblico locale”.
“E’ mio dovere – conclude il Sindaco Fucci – tutelare la sicurezza dei cittadini e garantire l’incolumità pubblica. Per questo rinnovo il mio appello alle autorità preposte alla sicurezza per interventi di presidio e sostegno sul territorio: i Sindaci sono lasciati soli dal Governo nella lotta allo sfruttamento della prostituzione. Si tratta di un fenomeno criminale che necessita di un serio intervento del Parlamento che dovrebbe legiferare per dimostrare sensibilità al tema e volontà di garantire una vita serena ai nostri concittadini”.
Sono una mamma, e mi confronto spesso con altre mamme, diventa sempre più difficile per noi giustificare la presenza delle “lucciole” agli occhi dei nostri bambini che non credono più alla favoletta delle “signorine che aspettano l’autobus”. Il fenomeno è sempre più diffuso e, come specificato anche nel comunicato, purtroppo la lotta alla prostituzione è un problema nazionale che non può essere semplicemente demandato agli enti locali, che poco possono fare se non ordinanze di questo tipo.

Ma anche questa ordinanza, che vedo più che altro come un atto dovuto verso i cittadini, sta creando i soliti malumori e commenti pro o contro il sindaco grillino…

Sarebbe il caso di soffermarsi sugli atti in se stessi e non ai colori politici, tanto più che l’ordinanza riprende esattamente quanto già disposto dalla precedente amministrazione con una delibera del 02/10/2012 che è stata semplicemente prorogata.

Se proprio vogliamo riflettere sull’argomento, direi che la cosa più assurda di tutto questo fenomeno è che ci sia bisogno di un ordinanza che vieti di avvicinarsi alle “lucciole”. Avremmo forse più bisogno di un decalogo del senso civico…