Monsters – La storia di Lyle ed Erik Menendez, malvagità o legittima difesa?

Ryan Murphy, ideatore di “Dahmer”, colpisce ancora con un secondo capitolo della serie “Monsters”, questa volta raccontando la storia di Lyle ed Erik Menendez.

Il pubblico ancora una volta rimane affascinato dalle vicende di alcuni tra i killer più famosi d’America, sempre più appassionato al genere crime.

La sera del 20 agosto 1989, a Beverly Hills, Kitty e José Menendez sono seduti sul divano a guardare la televisione, quando i figli irrompono in casa con dei fucili e uccidono i due con diversi colpi d’arma da fuoco. Data la brutalità del caso, gli investigatori pensano subito che sia opera della mafia, ma solo dopo sette mesi scopriranno la crudele verità.

Ad interpretare i due fratelli troviamo Cooper Kock e Nicholas Chavez, incredibilmente somiglianti ai giovani Menendez, i quali, nonostante la poca esperienza, ci sorprendono, facendoci persino commuovere. Essi sono inoltre affiancati dal celebre Javier Bardem e da Chloë Sevigny nei ruoli degli sventurati genitori.

Tuttavia, c’è anche chi la serie non l’ha del tutto apprezzata, proprio Erik Menendez e la moglie Tammi, infatti, si sono scagliati contro Murphy, accusandolo di aver distorto totalmente la storia dei due fratelli e dipinto il loro rapporto come addirittura morboso e intimo.

Per chi, quindi, volesse indagare più su questa vicenda, il 7 ottobre Netflix rilascerà un nuovo documentario su Lyle ed Erik, in cui, per la prima volta dopo trent’anni, saranno proprio loro a raccontare la loro storia.

Su una cosa però non c’è dubbio, ogni volta che Murphy si dedica alla rappresentazione di un fatto di cronaca nera, riesce inevitabilmente a portare il pubblico dalla parte degli assassini, ripercorrendo tutti gli eventi che li portano a compiere tali azioni e spiegandone i motivi.

Ovviamente non si tratta di giustificare tali comportamenti, ma di presentarli da un altro punto di vista, in quanto, per poter dare un giudizio, sarebbe bene conoscere ogni aspetto della vicenda. Il regista ci mostra, infatti, un intero passato di abusi all’interno della famiglia Menendez e dei ragazzi profondamente feriti fin da piccoli, lasciando a noi il compito di giudicarli o meno. 

Virginia Porcelli




Emily in Paris 4, Roma la nuova protagonista

Di sicuro il “fenomeno Emily” quest’anno ha fatto scalpore tra i giovani di tutto il mondo, in particolare tra quelli italiani, essendo stata questa stagione girata per metà nella nostra amata capitale, Roma.

La serie, ahimè, è stata rilasciata da Netflix in due parti: la prima il 15 agosto e la seconda il 12 settembre, costringendoci ad aspettare impazienti le discutibili scelte d’amore di Emily.

Dopo il matrimonio fallito tra Gabriel e Camille, Emily cercherà di legarsi di nuovo al suo amato chef, benché ancora combattuta dai sentimenti che prova per Alfie. Tra vari tira e molla, tuttavia, ci sarà un nuovo personaggio che conquisterà la nostra protagonista, spingendola a prendere un volo diretto per l’Italia.

Naturalmente ad interpretare la nostra amata Emily è sempre l’elegante Lily Collins, la quale ci stupisce ancora una volta con i suoi look bizzarri e originali, che, tra l’altro, per la maggior parte, sono omaggio a Audrey Hepburn, la grandiosa attrice degli anni ‘60 che la Collins richiama molto nell’aspetto.

Oltre poi agli attori che ormai ci accompagnano da quattro stagioni: Ashley Park, Lucas Bravo, Camille Razat, Lucien Laviscount, Philippine Leroy-Beaulieu e molti altri, di un certo effetto sono anche le new entries italiane, quali Eugenio Franceschini e Raoul Bova.

La nostra bella Roma, che a detta del produttore Darren Star, “è l’altra città romantica d’Europa, un po’ come lo yin e lo yang di Parigi”, contribuisce senza dubbio a rendere la serie ancora più incantevole e avvincente, con un respiro internazionale. Veniamo colpiti dalla bellezza dei luoghi a noi conosciuti, come il Colosseo, la Fontana di Trevi, Piazza di Spagna ed altri ancora, come anche dal buon aspetto dei nostri deliziosi piatti tipici. Si tratta di un vero e proprio viaggio nella città eterna, colmo di riferimenti a “La dolce vita” e a “Vacanze romane” e di cliché che però attirano ogni giorno turisti di tutto il mondo.

Insomma, diciamo che il nuovo capitolo “Emily in Rome” ha più che affascinato il pubblico italiano e non, facendolo innamorare dell’Italia, ma, soprattutto, dei ragazzi italiani! 

Non vediamo dunque l’ora che la quinta stagione, da poco confermata, ci regali nuove sorprese e nuove magiche vedute della nostra capitale.


Virginia Porcelli




Beetlejuice Beetlejuice, Tim Burton colpisce ancora

Proprio lo scorso 5 settembre Beetlejuice Beetlejuice, diretto da Tim Burton e sequel del celebre Beetlejuice degli anni Ottanta, ha fatto il suo ingresso nelle sale cinematografiche, subito dopo aver inaugurato questa edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

Inoltre, da poco superati i 100 milioni di incassi in America nella prima settimana, anche in Italia il film ha finalmente raggiunto il primo posto al box office, battendo Cattivissimo Me 4.

In seguito a un’improvvisa tragedia, la famiglia Deetz torna nella casa a Winter River, che, tuttavia, si scopre essere ancora infestata dallo spirito di Beetlejuice.

A 36 anni di distanza molti attori riprendono i ruoli originali, quali Michael Keaton nei panni di Beetlejuice, Winona Ryder in quelli di Lydia Deetz e Catherine O’Hara in quelli di Delia Deetz, a cui si aggiungono però anche nuovi membri, come Jenna Ortega, Monica Bellucci e Willem Dafoe. 

Si sa, Tim Burton è senza dubbio tra i registi più geniali del suo e del nostro tempo, è una garanzia di qualità. Egli accoglie infatti il rischio di realizzare il remake di uno dei film più di successo degli anni ‘80 e il risultato è un contenuto ancora più ben riuscito: una commedia horror che inquieta e allo stesso tempo diverte il pubblico e che mostra, di sicuro, un regista più maturo e moderno. Nonostante, infatti, il genere di thriller eccentrico possa non piacere a molti, non si può non riconoscere il suo valore, la sua originalità; originalità di cui il film è pervaso. 

A dir poco affascinante è, ad esempio, la rappresentazione del mondo dei morti, luogo in cui i personaggi vivono una seconda vita parallela a quella dei vivi, insieme a molti altri dettagli fuori dal comune che caratterizzano inequivocabilmente lo stile del regista.

Beetlejuice Beetlejuice è, dunque, il film perfetto in vista di questo Halloween, per vivere una notte all’insegna del terrore e della comicità. 

Virginia Porcelli




Per Elisa – Il caso Claps, una verità nascosta

Per Elisa – Il caso Claps, uscita su Netflix lo scorso 25 luglio, è senza dubbio tra le serie italiane di maggior successo di quest’anno, trovandosi ancora tra le più viste in classifica.

La triste storia vera di Elisa, sedicenne scomparsa a Potenza nel settembre del 1993 e ritrovata morta solo 17 anni dopo, viene oggi diretta da Marco Pontecorvo, che la rende nota a tutta Italia, denunciando diverse anomalie del sistema giuridico del nostro paese. Centrale nel film è, infatti, la battaglia della famiglia Claps e in particolare del fratello più grande Gildo, che lottarono fino alla fine affinché il vero assassino della piccola Elisa, Danilo Restivo, fosse incarcerato, così da fare giustizia.

Ad interpretare la protagonista è la giovane Ludovica Ciaschetti, nuovo volto che però riesce perfettamente a mostrare la solarità e la bontà che caratterizzavano la dolce Elisa. Chi però si è sicuramente distinto è Gianmarco Saurino nei panni di Gildo Claps, il quale, con un’interpretazione commovente, ha fatto scendere una lacrima ad ognuno di noi, lasciandoci solo immaginare ciò che si prova di fronte ad un’oscenità del genere. Accanto a loro, inoltre, non possiamo non citare Giacomo Giorgio, Anna Ferruzzo e Vincenzo Ferrera, rispettivamente l’altro fratello Luciano e i signori Claps e infine Giulio della Monica come Danilo.

Il caso di Elisa Claps fa rabbrividire tanto per la sua brutalità quanto per l’assurdità e l’ingiustizia con cui è stato affrontato secondo le leggi italiane del tempo. Non solo, infatti, il colpevole è stato accusato, nonostante prove concrete, solo diciassette anni dopo, dopo aver causato tra l’altro la morte di un’altra donna, ma, anche ora che si è giunti alla verità, vi sono ancora molte questioni sul caso lasciate aperte, come la complicità della Chiesa nella storia.

Traspare inoltre la corruzione e l’omertà di tutti quelli che, pur sapendo, sono restati in silenzio per anni, portando un’intera famiglia sull’orlo della disperazione e dell’impotenza.

La storia di Elisa Claps purtroppo è solo uno dei tanti casi di cronaca nera in Italia e nel mondo, in quanto, anche se a volte non ce ne accorgiamo, vi è tanta cattiveria intorno a noi, tanta da distruggere anche chi vede solo il buono nelle persone, come faceva Elisa. Si spera dunque che la sua morte, insieme a quella di tante altre, non sia stata vana, ma che possa invece prevenire ulteriori ingiustizie future.

Il mondo dovrebbe essere un posto sicuro, tuttavia a volte è la tomba dei più fragili.

Virginia Porcelli




It ends with us- Siamo noi a dire basta, un adattamento che non tradisce il romanzo

C’è chi aspettava solo questo momento dell’anno e chi mente. Ebbene sì, “It ends with us -Siamo noi a dire basta”, adattamento del romanzo bestseller di Colleen Hoover con protagonista Blake Lively, ha finalmente fatto il suo debutto nelle sale di tutta Italia.

Negli Stati Uniti invece, la pellicola era già uscita il 9 agosto, riscontrando subito un grandioso successo e piazzandosi al secondo posto tra i film più visti, dopo “Deadpool & Wolverine”, con protagonista il marito di Lively, Ryan Reynolds.

“It ends with us”, che ha come tema principale la violenza domestica, ci racconta la storia della giovane Lily, che lascia la città in cui è cresciuta per trasferirsi a Boston, dove realizzerà il suo sogno di aprire un negozio di fiori.

Inizialmente, dopo la rivelazione del cast lo scorso anno, gli accaniti lettori si erano subito scagliati contro gli attori scelti per i ruoli dei loro amati personaggi. Ora però, con l’uscita del film, si può dire che le critiche siano in gran parte diminuite, lasciando spazio invece ai commenti positivi.

Come già detto, infatti, il ruolo di protagonista e produttrice, è stato assegnato alla nota attrice americana Blake Lively, affiancata da Justin Baldoni nel ruolo di Ryle e da Brandon Sklenar in quello di Atlas. Nonostante i pregiudizi iniziali, questa si è mostrata più che all’altezza e ci ha fatto commuovere proprio come tra le righe. Nelle ultime interviste però, è stata particolarmente criticata per aver presentato il film come una commedia romantica e per non aver mai approfondito il tema della violenza, focalizzandosi invece sul nuovo film del marito e sulla promozione della sua linea per capelli. Al contrario Justin Baldoni, regista e co-protagonista del film, sottolinea ripetutamente l’importanza del tema della violenza domestica, motivo per cui tra i due vi sono rapporti gelidi al momento e per cui l’attore è sempre rimasto in disparte dal resto del cast.

Ciononostante, “It ends with us” non può che meritare tutto il successo ricevuto in questi pochi giorni, essendo una perfetta trasposizione del romanzo tanto amato dai giovani. Mentre, infatti, diverte e strappa un sorriso al pubblico da una parte, dall’altra lo fa commuovere e riflettere su una realtà triste che purtroppo al giorno d’oggi è sempre più preoccupante.

Virginia Porcelli




Come uccidono le brave ragazze, la nuova serie thriller tratta dalla trilogia di Holly Jackson

Senza dubbio tra le serie più attese, “Come uccidono le brave ragazze”, thriller tratto dal libro omonimo di Holly Jackson, ha fatto il suo debutto su Netflix proprio il primo agosto, ottenendo un successo straordinario.

La promettente studentessa Pip Fitz-Amobi decide di riesaminare per un progetto scolastico un caso di omicidio che ha coinvolto la sua città cinque anni prima: la scomparsa di Andie Bell e il suicidio del suo fidanzato, presunto assassino, Sal Singh. Cominciando a scavare nel passato, la protagonista si troverà dunque di fronte a numerosi nuovi indizi, motivo per cui lei stessa si troverà in pericolo.

La nostra giovane e curiosa Pip è interpretata nientemeno che da Emma Myers, che certamente quasi tutti conosceranno per il ruolo di Enid in Mercoledì. L’attrice è perfetta per dare un volto all’investigatrice che aveva già fatto innamorare mille lettori da tutto il mondo, mostrando al pubblico la determinazione e il coraggio necessari per spingersi sempre più verso la verità.

Quanto all’ambientazione della serie, i luoghi ripresi colpiscono per la loro bellezza. Le riprese infatti hanno avuto luogo interamente ad Axbridge, la città più piccola del Somerset, nel sud-ovest dell’Inghilterra.

Nonostante le solite critiche dei lettori affezionati, secondo i quali la serie trascurerebbe alcuni dettagli approfonditi invece nel libro e giungerebbe troppo presto alla risoluzione del caso, i sei episodi sono molto coinvolgenti e scorrono piuttosto velocemente. È inevitabile infatti, quando si tratta di adattare un romanzo ad un prodotto cinematografico, dover omettere e trascurare qualcosa, ma ciò non toglie nulla alla sua riuscita.

Si consiglia dunque la visione agli appassionati del mistero, per cui sarà sicuramente difficile episodio dopo episodio staccarsi dallo schermo senza pensare di continuo a chi davvero possa essere il colpevole della scomparsa di Andie Bell.

Virginia Porcelli




La ragazza della palude, nessun posto è come casa

“La ragazza della palude”, film del 2022 diretto da Olivia Newman, è finalmente arrivato su Netflix lo scorso 6 luglio e si trova ancora tra i film più visti sulla piattaforma.

La storia è quella di Kya Clark, giovane ragazza che, abbandonata dalla propria famiglia, abita sola nelle paludi della Carolina del Nord, dove farà alcuni incontri che le cambieranno la vita ed altri che invece la metteranno in pericolo.

Ad interpretare Kya è Daisy Edgar-Jones, che probabilmente molti ricorderanno per il ruolo di Noa in Fresh, film horror del 2022 in cui affiancava Sebastian Stan. L’attrice ci mostra, scena dopo scena, tutte le sfide che il suo personaggio, ritrovandosi solo, è costretto ad affrontare, tutte le calunnie di cui è vittima in quanto diverso e tutti gli amori che daranno una svolta alla sua vita.

Con un sorriso assai dolce e occhi che parlano, Daisy ci fa affezionare alla giovane Kya e ci porta a prendere le sue difese per tutto il film.

Oltre alle location affascinanti che hanno spinto la regista ad allestire il set tra New Orleans e Houma, in Louisiana, di certo un altro punto a favore va alla colonna sonora della celebre cantautrice Taylor Swift: Carolina, il cui testo sottolinea perfettamente il significato della pellicola.

“La ragazza della palude” è un film ricco di insegnamenti. Ci mostra come nessun posto sia come la propria casa, per sempre sede di ricordi di ogni tipo, ci rammenta l’errore del pregiudizio, che porta ad addossare agli altri tutte le colpe perché diversi e ci presenta le diverse forme dell’amore, da quello vero ed eterno a quello tossico e pericoloso, da cui è necessario talvolta difendersi.

È un film che ci insegna a vivere, a non mollare e a difendere ciò che si ama a tutti i costi.

Virginia Porcelli




Inside Out 2, l’importanza di accettare ogni nostra sfaccettatura

Il sequel del famoso cartone animato firmato Pixar, Inside Out, è approdato nelle sale cinematografiche poco più di una settimana fa e vola già oltre i venti milioni di euro al box office italiano, raggiungendo il miglior incasso del 2024.

All’interno del film ritroviamo una Riley ormai cresciuta, che sta attraversando il periodo dell’adolescenza, notoriamente difficoltoso. Nel frattempo nella sua mente il quartier generale viene ristrutturato per far spazio a nuove emozioni: Imbarazzo, Ennui, Invidia, Ansia e, anche se per pochi secondi, Nostalgia. La giovane dovrà dunque imparare a gestire queste mentre, durante il Campus estivo di Hockey, cercherà di conquistare la coach di una nuova scuola.

Senza dubbio in questo caso non possiamo associare un volto ai personaggi, al contrario invece di una voce. Il cast dei doppiatori italiani, infatti, è particolarmente ampio e competente. Oltre agli attori che avevano già prestato le loro voci nel primo film: Stella Musy, Paolo Marchese, Melina Martello, Daniele Giuliani e Veronica Puccio, rispettivamente Gioia, Rabbia, Tristezza, Paura e Disgusto, sono stati chiamati altri nomi noti per le nuove emozioni di Riley. In particolare l’amata attrice Pilar Fogliati è Ansia, Deva Cassel, figlia di Monica Bellucci e Vincent Cassel, è Ennui, Marta Filippi è invidia, Federico Cesari è imbarazzo e la giovane Sara Ciocca è Riley.

Insomma, sicuramente avrete sentito parlare di almeno uno di questi attori o magari, chissà, persino provato, durante la visione, ad indovinare le loro voci.

Inside out 2, rispetto al primo film, è sicuramente più vicino ai giovani e permette loro di riconoscersi nei personaggi e in ciò che provano. L’adolescenza, infatti, è probabilmente la fase più travagliata della vita, quella fase in cui dobbiamo fare i conti con le nostre emozioni, che cambiano sempre di più senza che possiamo controllarle. Non a caso la protagonista di questo secondo capitolo è proprio Ansia, emozione che si presenta nelle nostre vite quando iniziano le preoccupazioni e i doveri della vita adulta.

Oltre ad insegnarci dunque quanto sia importante non farsi sopraffare dall’agitazione, che in molte circostanze può essere deleteria e portarci allo sfinimento, questo film, apparentemente per bambini, ci insegna ad accettare ogni nostra sfaccettatura. La vita è fatta di vittorie come di fallimenti ed entrambi formano il nostro carattere e ci permettono di crescere, ogni esperienza che facciamo ci lascia qualcosa e ci rende le persone che siamo.

È per questo che ognuno di noi dovrebbe guardare Inside Out 2, dai più piccoli ai più grandi, per imparare quanto è importante gestire le proprie emozioni, in quanto è concesso, a volte, cadere, per rialzarsi più forti e più determinati di prima.

Virginia Porcelli




Bridgerton, la terza stagione è all’altezza delle altre?

Si sa, Bridgerton è ormai tra le serie più di successo tra giovani e non, riuscendo a conquistare con ogni sua stagione milioni di spettatori in tutto il mondo. Nonostante la decisione di dividere la serie in due parti possa risultare per alcuni seccante, per altri non fa altro che aumentare la curiosità. La terza parte infatti, uscita tra maggio e giugno, ha raccolto un ampio numero di ascolti e si trova ancora tra i primi posti in classifica nazionale.

I protagonisti di questa stagione, attesa su Netflix da ben due anni, sono Penelope Featherington e Colin Bridgerton, i quali, dopo anni di sincera amicizia, iniziano per la prima volta a vedersi con occhi diversi.

I due personaggi sono rispettivamente interpretati da Nicola Coughlan e Luke Newton, accompagnati però, come di consueto, dai protagonisti delle stagioni precedenti e da volti nuovi che portano nuove vicende sullo schermo.

Per quanto riguarda le location invece, le riprese continuano ad avere luogo a Bath, ma con l’aggiunta di alcune ambientazioni, quali Osterley Park e Osterley House, di fine Cinquecento e Basildon Park, dove sono state girate le scene nel giardino dei Featherington.

Certo, questa stagione non è senz’altro la migliore finora, dal momento che presenta una trama lineare senza particolari capovolgimenti o numerose scene passionali caratterizzanti da sempre la serie, tuttavia rimane comunque piacevole da guardare se si amano le storie d’amore di un tempo e se si è ormai affezionati alla famiglia Bridgerton.

Inoltre, nonostante questa stagione sia uscita da appena pochi giorni, i fan già sperano di poter godere presto della quarta, di cui verosimilmente sarà protagonista Benedict. Eppure, sembra che non vedremo i nostri amati personaggi fino al 2026. Ma l’attesa ne varrà la pena?

Virginia Porcelli




Eric, il nostro mostro interiore

Il 30 maggio 2024 esce su Netflix Eric, la nuova miniserie creata da Abi Morgan e con protagonista Benedict Cumberbatch, diventando uno tra i contenuti più visti in Italia.

La serie porta sullo schermo l’incubo di tutti i genitori: perdere il proprio bambino. In questi sei episodi ci viene infatti mostrato il dolore e la disperazione di Vincent e Cassie, coppia in crisi, alla scomparsa del figlio di nove anni Edgar. Vincent in particolare, famoso burattinaio di New York, si spingerà oltre i propri limiti per recuperare il bambino, trasformando i suoi disegni in un mostruoso pupazzo di nome Eric.

Per interpretare il ruolo del padre di Edgar, protagonista della storia, è stato appositamente scelto l’attore premio Oscar Benedict Cumberbatch, che ci lascia sbalorditi ancora una volta. La naturalezza ed espressività dell’attore è infatti impressionante e destabilizza lo spettatore, che non sa se provare per lui compassione o se invece dargli contro. Cumberbatch è poi affiancato da Gaby Hoffmann, la quale anch’essa impersona una madre sull’orlo dello sfinimento.

Tutti di noi, guardando la serie, ci saremo chiesti se si trattasse di una storia vera e la risposta fortunatamente è no. Tuttavia sembra che la storia di Eric, ambientata nella New York degli anni ’80, sia ispirata alla sparizione di Etan Patz, bambino di sei anni scomparso nel ’79 mentre andava a scuola e mai più ritrovato. La vicenda sconvolse particolarmente la città e fece sì che sempre meno genitori lasciassero i figli incustoditi nella Grande Mela.

“Questa è una storia su persone che trovano la propria casa”, dichiara Cumberbatch in un’intervista riferendosi al tema principale della nuova miniserie. Che si tratti di un bambino o di un senza tetto, Eric è incentrata sul trovare il proprio posto e dunque, oltre a presentarci una realtà in cui non si può lasciare il proprio figlio camminare da solo per appena due isolati, ci viene anche mostrato quanto la povertà spinga le persone a far di tutto pur di garantirsi una posizione più agiata.

Insomma, questa nuova serie dal genere thriller ci tiene letteralmente incollati allo schermo fin dal primo episodio, rendendoci impossibile staccarci senza avere mille pensieri per la testa. Ci tiene sulle spine nel corso dell’indagine e allo stesso tempo ci fa commuovere per il tema significativo dei legami familiari.

È dunque un contenuto da non perdere se si è amanti del mistero e soprattutto se anche noi ogni giorno combattiamo con il nostro mostro interiore.

Virginia Porcelli




The Outfit, nulla è come sembra

The Outfit, thriller del 2022 diretto da Graham Moore, è sbarcato solo nel mese maggio su Netflix, riscuotendo un particolare successo.

Il film, ambientato nella Chicago degli anni ’50, ci mostra le mosse astute del sarto Leonard per sopravvivere ad un gruppo di mafiosi in una fredda notte in bottega.

Senza dubbio gli attori protagonisti invogliano il pubblico alla visione. All’interno del cast vi sono infatti Mark Rylance, Zoey Deutch e Dylan O’Brien. Rylance ci strega con la sua interpretazione esemplare, mantenendo sempre un’aria inquietante a causa della sua estrema calma. In quanto agli altri due giovani attori, anch’essi non si smentiscono di certo.

Moore, tra l’altro, che aveva già vinto l’Oscar del 2015 per la sceneggiatura di The Imitation Game, ha affermato che la vicenda rappresentata è ispirata ad una storia vera, più precisamente alla storia di suo nonno, un medico che aveva tra i suoi tanti pazienti il noto mafioso Jerry Catena. Il film nasce allora dal fascino del regista nei confronti di questo singolare rapporto, che lo aveva incuriosito fin da piccolo. Inoltre Moore, aiutato da Johnathan McClain nella stesura della sceneggiatura, è partito proprio da un’indagine reale del 1956 durante la quale l’FBI installò una cimice in una sartoria ed ha proseguito nel creare il personaggio di Leonard visitando diversi negozi a Savile Row per capire più a fondo azioni e pensieri di sarti professionisti.

Dunque non c’è molto altro da dire se non che The Outfit è sicuramente da recuperare se si amano i Gangster Movies. Il film ci tiene con il fiato sospeso per tutto il tempo attraverso un ritmo incalzante e inaspettati colpi di scena, mostrandoci quanto in realtà nulla sia come sembra.

Virginia Porcelli




Maxton Hall, il nuovo Teen Drama targato Prime Video

Maxton Hall, la nuova serie tedesca targata Prime video e tratta dal romanzo Save me di Mona Kasten, è uscita lo scorso 9 maggio su Netflix e ha già riscontrato un enorme successo tra gli adolescenti.
La serie, diretta da Tarek Roehlinger e Martin Schreier, ha come protagonista Ruby Bell, brillante studentessa borsista della Maxton Hall che si impegna duramente per entrare ad Oxford, la sua università dei sogni, finché un ragazzo di buona famiglia non scombina i suoi piani.

I due attori protagonisti, interpretati da Harriet Herbig-Matten e Damian Hardung, sono sicuramente volti nuovi per il pubblico, tuttavia sorprendenti. I due infatti hanno una chimica tale da far impazzire i giovani, sempre più attratti dalla classica trama “enemies to lovers” ormai presente in numerosi film e serie televisive.

Uno degli aspetti più avvincenti è sicuramente quello delle location, che si dividono tra Germania ed Inghilterra. Senza dubbio ciò che ci lascia più senza fiato è proprio la scuola privata Maxton Hall, che corrisponde nella realtà al Castello di Marienburg in Sassonia, oltre alle molte scene girate nelle città di Berlino, Londra e ovviamente Oxford.

Gli episodi sono solo sei, ma ricchi di avvenimenti che faranno divorare la serie agli spettatori. Nonostante anche in questo caso, come in quasi tutte le trame romantiche, si ricada nel già visto, Maxton Hall ci mostra attraverso due diverse famiglie quanto non sempre la ricchezza equivalga alla felicità, ma al contrario quanto l’amore sia ciò che conta davvero. Tra un episodio e l’altro trapela inoltre la gravità dei pregiudizi, non si dovrebbe infatti mai giudicare nessuno di cui non si conosce la vera storia, in quanto non si può mai sapere cosa quella persona, oltre le apparenze, sta affrontando.

Per la gioia dei fans, infine, a soli pochi giorni dall’uscita, la serie è già stata rinnovata per una seconda stagione ed essendo il romanzo da cui è tratta una trilogia, si spera anche in una futura terza.

Rivedremo quindi presto Ruby e James insieme, si spera con nuovi colpi di scena e, soprattutto, ad Oxford!

Virginia Porcelli