Fare impresa al tempo del Covid-19

Intervista a Daniele Santini di Velletri e la sua idea della Domus Pinsa Frost.

In un periodo così difficile come il lock down per il Covid-19 diventa difficile pensare che ci sia anche chi riesca a ingranare e, addirittura, dar vita ad una nuova realtà imprenditoriale. Nel momento in cui tutto il comparto della ristorazione si trova costretto a chiudere i propri locali, a mettere in cassa integrazione i dipendenti e a fermarsi sul divano in attesa degli eventi ecco che emergono figure come quella di un imprenditore di Velletri: Daniele Santini.

Imprenditore da generazioni, Daniele Santini ha di sicuro la ristorazione nel DNA. Titolare e founder del marchio registrato Domus Pinsa, con tre locali dislocati tra Roma e Velletri, ha avuto la tempra non solo di non abbattersi ma di modificare le sorti della propria azienda.

Come ha avuto l’idea di iniziare una nuova avventura proprio quando tutto era fermo?

Credo che tutti gli imprenditori abbiano più di una idea nel cassetto che, per svariati motivi, non sono sono stati in grado di attivare. La stessa cosa è capitata a me. Circa due anni fa avevo pensato di ampliare la distribuzione della Domus Pinsa attraverso il canale del gelo ma ciò significava nuovi investimenti, ampliamento della produzione e l’incognita del risultato. Tutte variabili che mi avevano, al momento, fatto desistere.

Si potrebbe affermare che per lei il Covid-19 è stato l’impulso per una nuova realtà imprenditoriale?

Certamente sì. Restando sul divano ho iniziato a rimuginare su cosa avrei potuto fare per rispondere alle esigenze del mercato in piena Corona Virus, soddisfare il desiderio dei miei clienti di continuare a mangiare la Domus Pinsa e inventarmi qualcosa per ridurre l’enorme perdita subita per il Covid-19.

Cosa potevo inventarmi? Così, pensa e ripensa, ho ritirato fuori un’idea di qualche anno fa e mi sono messo a sperimentare. Sentivo che per Domus Pinsa Frost poteva essere il momento giusto.

Ci presenta la Domus Pinsa Frost?

La Domus Pinsa Frost è una pinsa precotta, abbattuta a -40 gradi, sigillata e etichetta che ha bisogno solo di circa 10 minuti di cottura nel forno di casa per sprigionare tutto il sapore e il profumo della pinsa gustata nei nostri locali.

In pratica segue le stesse fasi di produzione della classica Domus Pinsa: preparazione dell’impasto con un mix di farine selezionate rigorosamente no OGM, una laboriosa e lunga lavorazione fino a 72 ore, lavorazione manuale del panetto per essere steso e farcito. Il segreto è stato studiare e valutare il tempo perfetto nei nostri forni affinché, sommato al tempo di cottura nei forni di casa, il risultato non togliesse nulla alle pinse servite da noi.

Ottimo. E quali canali ha utilizzato per promuovere la Domus Pinsa Frost?

Nella fase iniziale ho consegnato personalmente il prodotto a parenti, amici e clienti affezionati: avevo assolutamente bisogno di un riscontro sincero della qualità della pinsa nella versione Frost

Ho raccolto le loro critiche come una ricchezza, e solo quando mi sono sentito soddisfatto del risultato ho proseguito con promuoverla sui canali social. Per fortuna da anni ho sempre investito nel digital marketing e questo mi ha permesso di avere una community attenta e attiva, soprattutto su Facebook.

E il successo non si è fatto attendere.

Diciamo che sono soddisfatto della risposta dei clienti che hanno compreso da subito i vantaggi della Domus Pinsa Frost.

Quali sono i punti di forza della Domus Pinsa Frost?

Averla nel congelatore significa risolvere la cena quando si è stanchi e non si ha idea di cosa mangiare oppure, meglio ancora, soddisfare il desiderio di una pinsa ogni volta che si vuole e non sottostare sempre agli orari e ai giorni di apertura dei nostri locali. Una Domus Pinsa Frost ti permette di pinsare quando vuoi!

Quale consiglio si sente di dare ai suoi colleghi ristoratori?

Ciascuno di noi è diverso e bisognerebbe contestualizzare la realtà di ciascuno ma sono convinto che il vero imprenditore ha un istinto naturale di riuscire a guardare al domani anche sotto angolazione che gli altri, in quel momento, non vedono.
Il consiglio che mi permetto di dare è quello di studiare ciò che succede attorno, comprendere le esigenze e le difficoltà del mercato e pensare ciò di cui il mercato stesso ha bisogno.


In poche parole non stancarsi mai di osservare e di mettersi in gioco.




Riaprono i mercati settimanali di Campo Ascolano e Torvaianica.

Comunicato Stampa del Comune di Pomezia

Da domenica 17 maggio riapre il mercato settimanale di Campo Ascolano e da martedì 19 quello di Torvaianica. Il Sindaco Adriano Zuccalà ha appena firmato un’ordinanza che ne disciplina la riapertura come previsto dalla normativa.

Disposte altresì una serie di misure di sicurezza: divieto di assembramenti e di consumo di alimenti davanti ai banchi; obbligo di distanziamento sociale di almeno un metro tra le persone e due metri tra i banchi; guanti e mascherine per gli operatori.

“Grazie agli accordi intrapresi con gli operatori del settore – spiega il Primo Cittadino – siamo in grado di riaprire in assoluta sicurezza il mercato della domenica e dalla prossima settimana anche quello del martedì. Come già disciplinato in precedenza con il mercato del giovedì di Campagna Amica, gli accessi ai banchi saranno controllati e contingentati, al fine di mantenere le distanze di sicurezza ed evitare assembramenti. Quanto al mercato del sabato, abbiamo proposto più volte agli operatori di spostarsi a via Fratelli Bandiera e poter svolgere la loro attività in piena sicurezza, ma al momento hanno preferito mantenere la chiusura”.




Fase 2: responsabilità civile

Per quanto la fase 1 ci abbia trovati impreparati visto che a memoria d’uomo nessuno di noi aveva mai vissuto un periodo di isolamento sociale così duro e duraturo, noi italiani abbiamo trovato la forza di rispondere compatti restando buoni buoni ciascuno nella propria casa pur di combattere uniti la pandemia del Covid-19.

 

Siamo stati bravi, è vero. Da tutto il mondo ci hanno guardato con ammirazione ma, in fondo, non è stato così difficile: dovevamo solo restare chiusi in casa. Ci siamo incoraggiati ricordando l’ultima guerra mondiale e consolandoci nel capire che, invece di mandarci in prima linea, a noi veniva solo chiesto di combattere seduti sui nostri divani, leggendo un libro o guardandoci l’ennesima serie televisiva, imparando a preparare il pane o mettendo ordine nei cassetti di casa.

E noi italiani lo abbiamo fatto. Abbiamo obbedito ad un ordine e per farci forza siamo anche usciti fuori dalle nostre finestre e dai nostri balconi per cantare l’inno nazionale contaminandoci l’un l’altro gridando che tutto sarebbe andato bene. Abbiamo applaudito a chi tornava vincitore dalla terapia intensiva e abbiamo inneggiato agli eroi di medici e infermieri. Abbiamo pianto ogni sera l’elenco dei caduti come fossero parte di noi. Siamo stati bravi: abbiamo coraggiosamente vissuto ogni singolo giorno della Fase 1 della pandemia restando, semplicemente, a casa.

 

Ma ora tutto cambia. Stiamo entrando nella Fase 2 e non abbiamo più l’obbligo di restare chiusi in casa. Il nuovo decreto ministeriale porterà milioni di lavoratori di nuovo al lavoro, vedremo attività commerciali in dilazionata apertura, potremo tornare a fare una passeggiata e a incontrare i nostri congiunti. E questa è la fase più difficile da attuare perché è il momento di dimostrare davvero la forza del popolo italiano.

Ora sta a noi tutti, singolarmente e come nazione, prendere atto di quanto abbiamo imparato in oltre 60 giorni di isolamento sociale e nutrirci di una grande responsabilità civile

 

Perché deve essere la responsabilità civile e un profondo senso di civiltà, a farci mantenere le distanze minime prescritte, a uscire sempre con guanti e mascherina, a non organizzare grandi riunioni di famiglia, a fare una passeggiata senza creare assembramenti, a prendere i mezzi pubblici se non strettamente necessario, a concederci piccoli e brevi boccate d’aria nel rispetto di chi è a più rischio di noi, a non alzare la voce perché questo silenzio, questa bellezza che abbiamo vissuto ci ha reso davvero migliori e non dobbiamo rovinare tutto esultando alla vittoria prima del tempo.

Ora è il momento di dimostrare quanto siamo stati bravi a vincere la pandemia del secolo.

Immagine in evidenza opera di Georges Seurat, Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte (1883-85)




PicNic al Parco della Crocetta II ed. – yoga, animazione adulti e bambini e tanto altro…

Il Comitato di Quartiere Il Querceto e Colli di Enea, Comitato Di Quartiere Nuova Lavinium, Associazione di Volontariato “Le Mamme di Pomezia” nell’ambito di EstaArte 2017 insieme al Comune di Pomezia organizzano PicNic al Parco della Crocetta – seconda edizione Domenica 11 giugno 2017.
Una giornata dedicata agli adulti, ai bambini ed anche ai ragazzi.
Ci saranno moltissime attività all’aperto come yoga, passeggiata botanica, musica per ragazzi e balli di gruppo a cura Salsastar Academy.
Durante tutte le attività sarà garantito l’intrattenimento per i vostri bambini con giochi, caccia a tesoro e tanto altro.
La merenda la offriamo NOI e come resistere alle gustose crepes calde alla Nutella offerte da Giuliani Marco
Tutte le attività sono gratuite!
Non mancate vi aspettiamo!



Before the flood

Leonardo di Caprio come portavoce dei problemi ambientali

Before the flood- punto di non ritorno” è un documentario prodotto dalla National Geographic Channel incentrato sui cambiamenti climatici che stanno drammaticamente sconvolgendo il nostro pianeta. Leonardo di Caprio è il narratore di questa triste e -purtroppo- veritiera storia. Egli dimostra così di essere non solo un uomo di estremo talento, ma anche un uomo con un’enorme sensibilità. Ha girato gran parte del globo negli ultimi due anni partendo dalla sua patria, l’America, raggiungendo perfino l’Italia, per poter testimoniare ciò che sta avvenendo ai nostri giorni e mostrarci il male che noi umani stiamo provocando alla nostra Terra.

Quante volte abbiamo sentito citare parole come “surriscaldamento”, “deforestazione”, “siccità” o ancora “inquinamento”? Fin dal secolo scorso l’uomo ha preso coscienza del fatto che tutti questi fattori stanno modificando drasticamente il pianeta, uccidendo habitat naturali, ecosistemi e intere specie viventi, riducendo così in macerie quella che è la nostra origine e la nostra casa.

Il capitalismo, la frenetica produzione di massa, l’irrefrenabile sfruttamento del territorio sono solo alcuni dei fattori che stanno risucchiando a questo pianeta ogni risorsa e ogni bellezza che esso custodisce. Tutto viene proiettato nell’ottica dell’assiduo consumismo che erode sempre più questo mondo e con esso la nostra umanità.

Le potenze mondiali conoscono alla perfezione tutto questo e, a tale scopo, spesso si riuniscono “sforzandosi” di fare summit, conferenze, protocolli, in modo tale da porsi degli obiettivi e delle regole per poter contenere questo incessante sfruttamento. Ma alla fine, nella maggior parte dei casi, quegli obiettivi non vengono mai raggiunti e rimandati ad un’altra data.

Spesso molte multinazionali, protagoniste indiscusse di questa vergogna, sono appoggiate dai governi stessi. Le politiche vigenti sono quindi sufficienti ad aiutare a contenere l’inquinamento che produciamo ogni giorno?

Risulterebbe comunque troppo comodo dar solo la colpa agli altri. Tutti noi potremmo fare la differenza se ci impegnassimo maggiormente e se dimostrassimo più attenzione a questo tema. Possiamo dimostrarlo in base alle scelte che compiamo quotidianamente, in base alla persona che scegliamo di voler essere quando ci guardiamo nello specchio della nostra coscienza. Basta fare le giuste scelte. Basta scegliere di essere migliori, per noi, per le future generazioni, per tutti gli animali e le piante, per la Terra stessa.

Perché è la nostra casa, il nostro centro, il nostro nido. Scegliamo di non autodistruggerci.




Violenza sulle donne

Un tema ancora attuale

Il 27 novembre si è tenuta la manifestazione a Roma contro la violenza sulle donne. Sono state moltissime le persone che hanno partecipato ed è stato un grande successo. Voglio partire da questo recente evento per riflettere su questo tema delicato e tormentato e analizzare perché, nel 2016, si sente ancora il bisogno di fare una manifestazione del genere.

Molte donne spesso soffocano il proprio dolore dentro quattro fredde mura domestiche, conducendo una vita vuota, una vita che nessuno meriterebbe. La violenza , in ogni sua forma, è il livello più basso a cui l’uomo può scendere per imporre “la propria opinione” o il “proprio volere”. Essa è l’ultima arma disponibile degli stolti non in grado di ragionare. Quando si fa uso della violenza l’uomo può essere giudicato solo in un modo: terribilmente stupido.

Le donne vengono ancora oggi discriminate in moltissimi campi. Questo è evidente tanto quanto nel campo lavorativo, quanto nel campo della politica. Anche la religione è stato un ulteriore fattore che ha influenzato questo tema negativamente.

Sono stati molti gli episodi in cui, nel corso della storia, la donna è stata condannata e giudicata come un “essere inferiore” rispetto all’uomo e le giustificazioni a tali accuse rasentavano il ridicolo. Per farne qualche esempio, una donna prima non poteva intraprendere una carriera politica perché giudicata “troppo irrazionale”. Inoltre, per molto tempo si è pensato che la donna non era in grado di compiere determinati mestieri perché “troppo debole”. Molti padri di famiglia hanno trasmesso ai loro figli un’immagine sbagliata della donna, nucleo fondamentale della famiglia tanto quanto il padre, proiettandola in una visione “passiva” e negativa.

Grazie al progresso molte teorie e stereotipi sono ormai superati, ma purtroppo ancora sopravvivono in alcune comunità, spesso in modo molto evidente (basti pensare come vengono trattate le bambine in alcune comunità africane).

Cerchiamo di ricordarci di tutto questo non semplicemente una volta all’anno. Ricordiamoci che la violenza è sempre sbagliata, verso chiunque essa sia proiettata. Combattiamo con la non-violenza per un mondo paritario, senza alcuna distinzione di genere. Un mondo in cui gli uomini non regalano mimose, ma rispetto ogni giorno.