A Pomezia ‘In ricordo di Enrica’, torneo di calcio e solidarietà

Sabato 17 dicembre, dalle ore 10,00 si svolgerà il torneo di calcio integrato promosso dall’Associazione ‘La cicala e la formica onlus’ per ricordare Enrica, la giovane volontaria scomparsa nel 2014. L’evento prevede anche tante altre attività sportive e di solidarietà

Sarà all’insegna della solidarietà e dello sport il torneo di calcio che l’Associazione di Pomezia ‘La cicala e la formica onlus’ organizza per sabato 17 dicembre 2016 dalle ore 10, presso il campo ‘dei Preti’ di Via Orazio 2, Pomezia (Roma) in memoria di Enrica, la giovane volontaria dell’associazione scomparsa due anni fa per malattia.

All’evento parteciperanno le squadre di calcio integrato ‘Enrica’s Team’ dell’associazione ‘La cicala e la formica onlus’, allenata da mister Oliviero e le squadre presentate dalla ‘Polisportiva sociale Castellinsieme onlus” e dall’‘Autistic Football Club’, che sfideranno sul campo i volontari della Misericordia e i ragazzi del CAS di Pomezia.

La ‘Enrica’s Team’ è impegnata dal 2012 sul territorio a favore dei ragazzi diversamente abili ed al loro inserimento sociale. È una squadra ‘integrata’ perché svolge attività sportiva a cui partecipano sia ragazzi con disabilità sia ‘normodotati’, favorendo non solo lo sviluppo psico-motorio dei ragazzi, ma anche quello relazionale.
La presenza di molti giovani volontari all’interno de ‘La cicala e la formica onlus’ sottolinea l’importanza che l’associazione dà all’integrazione e alla relazione piuttosto che alla disabilità e che mette in pratica attraverso la promozione di comportamenti sani, all’aria aperta e formando i giovani volontari.
Durante la manifestazione, oltre al torneo di calcio, si svolgeranno varie iniziative promosse dai ragazzi dell’associazione che invitano tutti i pometini a partecipare all’evento. Per informazioni: www.lacicaleelaformicaonlus.it




Giovani sulle orme della solidarietà

Tre incontri promossi dall’associazione La cicala e la formica onlus in cui si è parlato di intercultura, accoglienza e solidarietà, per intendere il mondo con occhi diversi

Si è conclusa lo scorso 21 ottobre la manifestazione ‘Lasciando le orme’, organizzata dall’associazione ‘La cicala e la formica onlus’ di Pomezia con la partecipazione del Centro di accoglienza straordinaria (Cas) di Santa Palomba (Pomezia) e dell’associazione ‘Amka onlus’, a cui sono intervenuti molte ragazze e ragazzi del territorio impegnati nel sociale, per ascoltare dalla viva voce dei protagonisti le interessanti attività dei progetti rivolti all’’Altro’ in Italia e all’estero.‘Prima di ascoltare queste storie così lontane, la diversità era per me un concetto astratto e impercettibile’ afferma Lorenzo,20 anni volontario. ‘Ora ho capito che le storie umane si intrecciano, non camminano su strade parallele, ma si incontrano, e in questo incontro diventiamo umani’.
Tante sono state le storie, i vissuti e le esperienze che le associazioni ospiti hanno condiviso con i ragazzi presenti ai tre incontri, in una sala attenta e gremita.
‘Aver partecipato a questo ciclo di incontri è stata una grande opportunità di scambio tra i giovani di Pomezia e i volontari della nostra associazione che hanno fatto un’esperienza di cooperazione in Guatemala e in Congo, dove operiamo’ afferma Donatella Ferraro, responsabile dell’associazione Amka onlus. ‘ Amka è nata nel 2001 a Roma. In Italia portiamo avanti un lavoro di sensibilizzazione, risveglio delle coscienze e rispetto delle popolazioni più povere e lo facciamo attraverso incontri, seminari e convegni. In questi due Paesi realizziamo invece progetti per combattere ingiustizie e squilibri socio-economici’ aggiunge Ferraro.
L’obiettivo del ciclo di incontri è stato quello di creare spazi di scambio e di dialogo sui temi legati all’incontro e alla conoscenza dell’altro e alla convivenza tra culture diverse, e vista l’affluenza di pubblico ai tre incontri, sembra sia stato raggiunto.
Abbiamo la consapevolezza che il processo di integrazione, accoglienza e solidarietà passi principalmente attraverso la conoscenza dell’altro ed il coinvolgimento di tutti cittadini’, afferma Anna Paola Iannucci una delle responsabili dell’associazione di volontariato che ha promosso l’evento, che dal 2007 opera nel territorio per la tutela dei minori e delle loro famiglie, con particolare riferimento ai minori diversamente abili e alle situazioni di disagio sociale.
info@lacicalaelaformicaonlus.it; www.lacicalaelaformicaonlus.it




A Pomezia, sulle orme dell’intercultura

Al via il ciclo di incontri proposto dall’Associazione La cicala e la formica Onlus per conoscere meglio chi è diverso da noi, attraverso le testimonianze dei protagonisti

Si svolgerà nei giorni 7, 14 e 21 ottobre 2016 presso la sede dell’Associazione ‘La cicala e la formica 0nlus’, Via Ugo La Malfa 42 (Pomezia) la manifestazione ‘Lasciando le orme’, un percorso interculturale proposto per fare un’esperienza di gruppo, scoprendo la diversità dall’Altro, partendo dalla capacità di ascolto e di apertura verso chi non è come noi per provenienza geografica, abitudini e condizioni di vita.
Gli incontri saranno condotti dagli operatori del Centro di accoglienza straordinaria (Cas) di Santa Palomba (Pomezia) e dall’organizzazione no profit Amka Onlus, che da dieci anni porta avanti progetti di sviluppo responsabile in Congo e in Guatemala, con il seguente programma:
• 7 ottobre: ‘L’universo culturale guatemalteco e congolese attraverso le storie e gli occhi dei volontari’ (Amka Onlus);
• 14 ottobre: ’Percorsi di condivisione e integrazione. Conosciamo il Cas di Pomezia;
• ‘Insieme per raccontare percorsi per un mondo migliore (Cas e Amka Onlus).
Gli incontri saranno un’occasione di confronto, per conoscere le storie di persone che provengono da vissuti e culture diverse dalla nostra, e per apprezzarne e rispettarne vissuti, esperienze ed abitudini.
Orario degli incontri: 18/19,30
Per informazioni e prenotazioni: www.lacicaleelaformicaonlus.it
tel:3391882694




A proposito di Rom

1Partiamo da un primo assioma: io non sono d’accordo con nessuno, eppure sono in accordo con tutti. Seguitiamo con il secondo: io detesto parlare di politica, semmai scelgo di parlare di politiche sociali. Ora posso andare al punto.

Esiste una bellissima iniziativa a Roma, che ammiro per il suo spiccato senso di umanità e solidarietà (qualità ormai quasi morte ammazzate) e di cui desidero parlare qui. Qui, in provincia, a pochi chilometri da Roma e a pochissimi passi da un campo Rom.

Beninteso, ho detto Rom e non ho intenzione di parlarne con razzismo, né arroganza, né tantomeno con intolleranza, pertanto siete ancora in tempo per chiudere qui l’articolo e rifiutare un’apertura mentale. L’iniziativa è una raccolta di firme importanti, iniziata già da un po’ grazie al progetto “Accogliamoci senza ghetti né ruspe”, che terminerà mercoledì 8 settembre con un concerto gratuito ad Eutropia – L’Altra Città Festival.

La delibera di iniziativa popolare (di cui riporto qui il testo integrale: delibera-popolare-superamento-campi_DEF_9-giugno.pdf) riguarda il superamento progressivo e la chiusura degli insediamenti per Rom presenti nella città di Roma, nell’ottica della loro inclusione sociale. La finalità della delibera è di <<superare la “politica dei campi” attraverso la progressiva chiusura dei “villaggi della solidarietà” e dei “centri di raccolta” presenti a Roma, garantendo alle famiglie Rom e Sinte l’accesso a percorsi di inclusione abitativa e sociale.>>

Io dico che leggere queste delibere sia segno di apertura verso il mondo intero, che il concerto è pure gratuito e fico ed è un’esperienza di condivisione e crescita, che possiamo essere degli esseri migliori di come ci apostrofiamo ogni giorno. Io dico che andare a firmare sia un segno di libertà, di amore, di accoglienza, di solidarietà e di umanità.

Ci vediamo ad Eutropia. Ciao.

Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/1629080274031469/

Sito ufficiale del progetto: http://accogliamoci.it/




A Torvaianica, ‘Tutti per Uno’

Si è svolta sabato 20 giugno la 7° edizione di ‘Tutti per Uno’, manifestazione multietnica dedicata alle comunità straniere del territorio, organizzata dalle associazioni ‘La casa dell’albero’ e ‘Spirit Romanesc’, patrocinata dal Comune di Pomezia, con l’obiettivo di favorire la conoscenza delle varie comunità, creare una reale integrazione e una ‘rete’ anche tra le comunità stesse.
Per la prima volta la manifestazione ha dato appuntamento a Torvaianica, nella centralissima P.zza Ungheria. Il pomeriggio è trascorso a suon di musica, balli, prodotti tipici dei Paesi delle comunità presenti sul territorio, per valorizzare i differenti modi di vivere e le diverse culture.
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L’unico momento in cui le comunità si sono date ‘battaglia’ (si fa per dire!) è quello ‘mangereccio’, con tante pietanze buone e saporite, certamente un buon modo per conoscere gli stranieri che vivono nel nostro territorio. Con il ‘Dolce della Bukovyna’ di Halyna & Co ci siamo avvicinati all’ Ucraina; con ‘salatka wielowarzywna’ (insalata russa), szarlotka (dolce di mele) e sernik, (dolce di ricotta e cioccolato) Agnieswka e gli altri amici polacchi hanno fatto assaporare un po’ della loro terra; Daniela ci ha fatto gustare ‘mici si bere’, salsicce rumene con birra; Fatou, dal Senegal, ha preparato ‘Jassa’, un piatto a base di riso bianco con carote, pollo e legumi; Maria, che proviene dalla Colombia, ha cucinato ‘empanadas’ (fagottini di pasta di farina di mais, ripieni di carne tritata, patate, pomodori e cipolla) e salpicon de frutas ( una sorta di macedonia con sciroppo di lamponi);Hatem ha preparato il suo superbo ‘hummus’, salsa di ceci e pane fresco, tipico della Palestina e i tanti amici del CAS di Santa Palomba hanno partecipato con il loro ‘cous cus’.
Nel corso della serata balli e canti rumeni si sono alternati a brani a tema antirazzista letti da studenti di Pomezia della ‘seconda generazione’, tra cui giovani originari del Marocco, Brasile e Romania. Alla serata è intervenuta la musicista Carmen Giglio che ha allietato tutti con le musiche della sua Malta.
“Ringrazio le Comunità presenti per questo piccolo, grande momento di integrazione sul nostro territorio” afferma soddisfatta Carla Benfenati dell’associazione ‘La casa dell’Albero’, organizzatrice insieme a Daniela Hondrea (Spirit Romenesc), e anima della manifestazione . “L’auspicio è quello di essere sempre più numerosi. Quest’anno abbiamo scelto come location il centro di Torvaianica. E’ la prima volta e siamo soddisfatte in quanto è venuta tanta gente. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i partecipanti e l’Amministrazione comunale che ci ha supportato in questa iniziativa, in particolar modo la Vice sindaca Elisabetta Serra che ha partecipato a questa festa multietnica”.Alla manifestazione sono intervenuti: Comitato Nuova Lavinium, Associazione Culturale Tyrrhenum e la Croce Rossa Italiana. L’ evento è stato aperto dalla mostra fotografica ‘People’.




Nessuno può crescere solo

Il 3 febbraio 2014 si è tenuta, presso la Biblioteca Comunale di Pomezia, la conferenza di lancio del Progetto “Nessuno può crescere solo”, seconda parte del progetto “Pro Child”, per promuovere il diritto dei bambini e degli adolescenti a crescere all’interno delle loro famiglie e ad essere inseriti nelle loro comunità locali, sia in Italia che in Romania.

 All’evento, patrocinato dal Comune di Pomezia e dall’Ambasciata Romena in Italia e finanziato con il contributo dell’otto per mille della Chiesa Valdese, hanno partecipato l’associazione Spirit Romanesc, capofila del progetto, l’associazione Interculturando Roma, l’associazione MakeNoise, il rappresentante dell’Ambasciata rumena in Italia Laviniu Enni, la responsabile dei Servizi Sociali di Pomezia Ambra Camilli e la vice sindaco Elisabetta Serra.

 L’obiettivo della conferenza “Nessuno può crescere solo”, ha spiegato Daniela Hondrea, responsabile del progetto sul territorio, è quello di portare alla conoscenza dell’opinione pubblica il problema degli “abbandoni bianchi” e delle conseguenti difficoltà legate alla separazione madre-figlio dal punto di vista delle donne che sono costrette, per motivi economici, a lasciare i propri figli nel paese d’origine e vivere da lontano la loro crescita ed educazione.

Una vera e propria campagna di visibilità che ha lo scopo di aumentare la consapevolezza del diritto di bambini e adolescenti a crescere all’interno delle proprie famiglie e di sensibilizzare sui temi del razzismo e dell’intolleranza contro le famiglie emigrate dalla Romania all’Italia.

 Le aree individuate sul nostro territorio sono Pomezia, Torvaianica, Genzano e Lanuvio, con interventi a favore dei bambini e delle loro famiglie tramite un’attività di informazione e sensibilizzazione rivolta all’opinione pubblica, sia nelle scuole che nel territorio, capace di coinvolgere genitori, studenti e comunità locali per contrastare l’intolleranza nei confronti delle famiglie immigrate.

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 Sulle problematiche inerenti all’integrazione sul territorio di Pomezia è intervenuta Ambra Camilli, referente area Servizi Sociali, che ha sottolineato come la nostra città, configurandosi Hinterland di Roma, sia un’area di rilevanza per quanto riguarda l’immigrazione e di conseguenza ci sia una forte necessità di operare per la tutela dei minori, sia tramite indagini socio-familiari in sinergia con le autorità giudiziarie e il Tribunale dei minori, sia tramite le rogatorie internazionali che consentono una verifica delle condizioni di vita di quei genitori che hanno chiesto il ricongiungimento con i figli lasciati nel paese di origine.

Alla conferenza è intervenuta anche la dott.ssa Cinzia Sabatini presidente dell’associazione Interculturando Roma che ha ribadito l’importanza di una formazione specifica all’intercultura dei diversi operatori che operano a favore dell’ integrazione per permettere il passaggio da una società multietnica ad una società interculturale.

Il progetto “Nessuno può crescere solo”, nella realtà di Pomezia, troverà la sua attuazione tramite un corso di formazione di animatori che potranno così lavorare in campo sociale nel territorio anche grazie all’apertura, in via sperimentale, da parte del Comune di uno sportello d’ascolto e di sostegno ai migranti.

La vicesindaco Elisabetta Serra ha ribadito l’impegno da parte dell’Amministrazione comunale nel voler sostenere i progetti a favore dell’integrazione e la volontà affinché “Nessuno può crescere solo” abbia la più ampia partecipazione sia nelle scuole che nel territorio, mettendo a disposizione tutti gli strumenti necessari per il buon fine del progetto.

Durante la conferenza è stato proiettato il cortometraggio “Torna da me” realizzato dall’associazione culturale MakeNoise, che racconta la storia degli abbandoni bianchi dal punto di vista di una donna e madre migrante arrivata in Italia dalla Romania per lavorare.

La storia rispecchia la situazione di tutte quelle donne e madri che lasciano la propria terra di origine per migliorare, tramite il lavoro, le condizioni economiche della propria famiglia e pone l’accento sulle difficoltà psicologiche e sociali che queste donne affrontano e sulle conseguenze provocate dalla loro partenza: da un lato il processo non sempre facile di integrazione nel paese di arrivo e dall’altro l’assenza nei percorsi di crescita dei figli.

 Un progetto d’integrazione fortemente voluto dall’associazione Spirit Romanesc da estendere nel territorio di Pomezia dove i cittadini romeni sono più di 4000.

Dana Mihalache, presidente dell’associazione ha dichiarato che “lo scopo degli interventi nella città di Pomezia è l’integrazione tra italiani e romeni, che presuppone la volontà rispettivamente di accogliere e di introdursi nella nuova società per una convivenza ed una comprensione tra le culture diverse quale presupposto indispensabile per lo sviluppo sociale, culturale e anche economico di tutti”.




Associazione Spirit Romanesc ONLUS

Spirit RomanescIl sostegno all’integrazione dell’Associazione Spirit Romanesc ONLUS.

Oggi sono piu’ di 4.000 i cittadini romeni che vivono nel territorio di Pomezia, un dato in crescita, che rispecchia quello nazionale, dove l’Italia detiene il primato europeo per la presenza di cittadini romeni sul proprio territorio: ben 1.071.342 sul totale di 2,5 milioni presenti in tutta l’Ue. I dati emersi dal Centro Studi e Ricerche Idos e Dossier statistico Immigrazione Caritas parlano di un processo di integrazione graduale che ha avuto la sua accelerazione grazie al ruolo della famiglia e del lavoro, ogni anno sono infatti circa 1.300 le acquisizioni di cittadinanza (il 71% per matrimonio misto) e i romeni rappresentano il 22,8% della forza lavoro straniera in Italia .

Un percorso, quello dell’ integrazione, che pur potendo contare oggi su consolidati punti di forza come l’ inserimento nel mondo del lavoro, i matrimoni misti, una buona presenza dei romeni nelle istituzioni scolastiche e un apporto alla crescita demografica in Italia (tra il 2000 e il 2011 sono stati 89.093 i bambini nati in Italia da madre romena e padre straniero) non mancano però difficoltà inerenti la lingua, la burocrazia, l’accesso all’informazione, i pregiudizi della società, lo sfruttamento, o gli abusi sul lavoro e gli effetti negativi dovuti alla scelta di emigrare: dagli anziani abbandonati nei villaggi rurali, ai circa 350 mila ”orfani sociali”, ai problemi di ricongiungimento per minori e familiari.

A sostegno del processo di integrazione dei cittadini romeni nel nostro territorio, opera l’ Associazione Spirit Romanesc ONLUS con sede centrale a Roma e 5 sedi operative: Lanuvio, Aprilia, Riano, Guidonia e Pomezia.

Abbiamo chiesto a Daniela Hondrea, responsabile della sede operativa di Pomezia e mediatrice interculturale laureata in psicologia, di descriverci le attività e i progetti portati avanti dalla sua associazione:

L’ Associazione Spirit Romanesc ONLUS è un’ associazione di promozione sociale e culturale, senza scopo di lucro, le cui principali attività sono la mediazione, la traduzione e l’interpretariato, la consulenza sui temi dell’immigrazione, i corsi di lingua, le conferenze e i seminari sulla migrazione romena e le altre comunità, la sensibilizzazione, i servizi sociali e i progetti di carattere socio-culturale. Gli obiettivi principali perseguiti sono la tutela dei diritti civili per i romeni che vivono in Italia e la difesa dei diritti dei bambini, in particolare l’integrazione dei minori vulnerabili (progetti per l’integrazione, mediazione nelle scuole) così come la diffusione della cultura e della lingua rumena e scambi culturali con la Romania.

L’Associazione collabora con l’Amministrazione locale, i Consigli locali, gli enti governativi e non governativi a livello locale, nazionale ed internazionale. Effettua scambi culturali tra cittadini italiani e stranieri; promuove con ogni mezzo legale l’uguaglianza dei diritti tra uomo e donna affinché vengono sconfitte le discriminazioni sessuali; svolge attività che richiamino l’attenzione e lotta per sconfiggere lo sfruttamento sessuale dei minori, il traffico di persone, il traffico d’armi e della droga, porge particolare attenzione agli effetti della violenza nella società ed all’interno della famiglia.

L’associazione infine mette a disposizione un team di mediatori interculturali ed altri collaboratori. I mediatori sono specializzati in problematiche del fenomeno dell’immigrazione della comunità rumena, ma anche delle altre comunità. Il nostro scopo e’ quello di facilitare il dialogo tra le persone straniere e la comunità autoctona ed offrire strumenti idonei per facilitare l’integrazione.

Daniela Hondrea attualmente lavora come mediatrice sociale abitativa nel progetto “AMAR”, il cui obiettivo è di sostenere i migranti nel loro percorso di ricerca della casa e tentare di affrontare le discriminazioni etnico-razziali nell’accesso all’alloggio ed e’ responsabile del Progetto “Nessuno può crescere solo” sul territorio di Pomezia e Torvaianica, che si concentra sul fenomeno degli “abbandoni bianchi” e sulle difficoltà legate alla separazione madre-figlio dal punto di vista delle donne che sono costrette, per motivi economici, a lasciare i propri figli nel paese d’origine e vivere da lontano la loro crescita ed educazione .

Un ruolo fondamentale, quello dell’ Associazione Spirit Romanesc ONLUS, che richiama le indicazioni dal MAE (Ministero degli Affari Esteri) che ribadisce come ” […] i rappresentanti della comunità romena possono costituire un elemento di coesione tra i due stati“, ed esprime la sua convizione che: “[…] l’ambiente associativo romeno in Italia può contribuire in modo fondamentale nell’integrazione all’interno dello stato in cui è ospite, mantenendo e affermando la propria identità etnica, culturale, linguistica e religiosa.