De Kooning e l’espressionismo astratto

Willem de Kooning è stato uno dei più importanti artisti dell’astrattismo del XX secolo, insieme a Jackson Pollock e a Mark Rothko.

Nato in Olanda nel 1904, de Kooning si trasferì negli Stati Uniti negli anni ’20 e presto cominciò a farsi notare per la sua abilità nel disegno e nella pittura.

Negli anni ’40, de Kooning divenne uno dei principali esponenti dell’Espressionismo astratto, un movimento artistico che cercava di rappresentare la realtà attraverso forme e colori.
Le opere di quel periodo, come “Pink Angels” e “Excavation”, sono caratterizzate da linee nervose, forme organiche e un uso intenso del colore.

Negli anni ’50, de Kooning sviluppò uno stile più gestuale e meno controllato, caratterizzato da pennellate fluide e spesso veloci.
Opere come “Woman I” e “Woman II” mostrano una donna, riconducibile alla figura umana, ma sulla via dell’astrattismo.

 

Le opere

 

 

Tra le opere più famose di de Kooning c’è la serie di dipinti raffiguranti donne.

Tra questi spiccano “Woman I” e “Woman II”, opere monumentali che mostrano figure femminili dipinte in modo astratto, con linee nervose e colori accesi.

All’origine di Woman I c’è un piccolo pezzo di carta: un sorriso estrapolato da una pubblicità di sigarette.
Quello stesso sorriso è stato trasportato da de Kooning sul quadro e rappresenta la sua genesi: è un sorriso perturbante, inquietante, quasi un ghigno.

Questi dipinti sono considerati alcuni dei migliori esempi dell’Espressionismo astratto, e sono stati esposti in numerose mostre e musei di tutto il mondo.

Un’altra serie di opere importanti di de Kooning è costituita dai dipinti degli anni ’40, come “Pink Angels” e “Excavation”.

Una coppia di quadri che prende spunto dalla vita urbana è “Attic” e “Excavation”, concepiti insieme, proprio perché rappresentano il punto più alto e contemporaneamente quello più basso visibile in una città nella sua concezione frammentaria.

Sono entrambi quadri che parlano il linguaggio dei graffiti urbani, del segno primitivo e pulsionale, quello della linea, appunto.

Il tema di “Excavation” può essere riconducibile sia allo scavo urbano sia a quello interiore, personale, uno scavo nella memoria, nei ricordi e nei traumi.

Questi quadri sono caratterizzati da linee spezzate, forme organiche e un uso intenso del colore, e rappresentano un punto di svolta nella carriera dell’artista.

Oltre a questi dipinti, de Kooning ha anche creato numerose sculture in bronzo e in acciaio, tra cui “Clamdigger” e “Seated Woman”.

Queste opere rappresentano un altro aspetto importante del lavoro dell’artista, e dimostrano la sua abilità nell’esplorare diverse tecniche e materiali.

In generale, le opere di de Kooning sono caratterizzate da un uso intenso del colore, linee nervose e una certa tensione tra l’astrazione e la riconoscibilità delle forme.

Grazie alla loro originalità e al loro impatto, queste opere sono considerate alcune delle più importanti nella storia dell’arte moderna.

De Kooning continuò a lavorare e a sperimentare fino alla sua morte nel 1997.
La sua influenza sulla pittura del XX secolo è stata enorme, e molte delle sue opere sono oggi considerate capolavori dell’arte moderna.




Kandinsky prima dell’astrattismo

Tutti noi conosciamo Kandinksy, il grande pittore che con i suoi motivi astratti e geometrici ha fatto innamorare il mondo.
Ma è sempre stato così?

Wassily Kandinsky (o Vasilij Kandinskij) nacque a Mosca nel 1866 ma visse per larga parte della sua vita in Europa, soprattutto in Germania.

 

Agli inizi

 

Sin dall’infanzia fu attratto dai colori e dalla loro espressività. I primi dipinti, databili attorno al 1902-1907, periodo che lui chiama dei “disegni colorati” sono per noi ciò che più si discosta dall’idea che abbiamo di Kandinsky.

 

Sono dipinti ricchi di colori accesi e vivaci e caratterizzati da una prepotente linea di contorno.
Essi richiamano un po’ le vetrate gotiche come se fossero composti da piccoli pezzi di vetri dai colori vibranti.

Il folklore russo è vivo nella memoria di Kandinsky al momento della produzione di queste opere.

 

 

 

 

L’impressionismo in Italia

 

Successivamente, nel suo soggiorno italiano a Rapallo, Kandinsky si avvicina all’impressionismo e inizia a produrre dipinti aventi come soggetto la costa ligure.

 

Memore del suo incontro con le opere di Monet, ed essendo affascinato da questa pittura non lineare che gioca con i colori, dipinge dolcissimi quadri come “Rapallo. Paesaggio con battello a vapore.”

Il cambiamento di stile è evidente e sconvolgente. Ma questo rappresenterà solo un breve intervallo nella carriera pittorica dell’artista, poiché negli anni subito seguenti la presenza espressionista diverrà protagonista delle opere di Kandinsky.

 

 

L’incontro con l’espressionismo

 

In questa fase il pittore, seguendo quella che difatti è la poetica dell’espressionismo tedesco, deforma e stilizza la realtà usando colori accesi e contrastanti. Da questo momento in poi Kandinsky si dedicherà alla creazione delle sue opere più celebri.

Nel 1905 fonda a Dresda “Die Brucke” (Il Ponte), mentre nel 1910 pubblica Lo spirituale dell’arte, un caposaldo nella storia dell’arte mondiale.

 

 

 

 

 

 

Le prime opere appartenenti a questo nuovo influsso espressionista sono caratterizzate da colori violenti e rappresentano principalmente vedute di Murnau, un paese a sud di Monaco: la chiesa, la torre, case.
Sono dipinti straordinari ed estremamente coinvolgenti.

 

 

 

La via per l’astrattismo

 

Ma cosa succede poi? Lentamente, i soggetti dei suoi dipinti vengono meno… le figure sono sempre più sfocate, più confuse, i colori si fondono tra di loro senza più un linee di contorno.

Tutti i soggetti si fondono insieme e divengono un uno, come nel caso di Suono Bianco del 1908.

 

Finché, ad un certo punto, tutte le forme spariscono e non resta che il colore.
Senza titolo (Studio per Composizione VII, Prima astrazione) è stata a lungo considerata la prima opera astratta della storia. Kandinsky dipinge quest’opera nel 1910, apportando dietro la scritta “acquerello astratto”.

 

 

 

In quest’opera è centrale il ritmo, il linguaggio è rappresentato da forme e linee vibranti.

Da questo momento in poi, il grande Kandinsky comincerà a produrre le sue opere geometriche più famose, che tutti noi conosciamo.
Ma è stato un viaggio lungo e tortuoso quello che l’ha condotto all’astrattismo.




Annibale Carracci: un maestro del barocco italiano

Nel panorama della pittura italiana del XVII secolo, Annibale Carracci si erge come una figura centrale e influente.
Le sue opere, intrise di maestria tecnica e profondità emotiva, hanno lasciato un’impronta indelebile sulla storia dell’arte. In questo articolo, esploreremo alcune delle principali opere di questo geniale artista, analizzando il suo contributo alla pittura barocca italiana.

“Il Mangiafagioli” (1590)

Uno dei capolavori più celebri di Annibale Carracci è “Il Mangiafagioli,” un dipinto che cattura la vita quotidiana nella Roma del XVI secolo.
La scena ritrae un contadino intento a mangiare fagioli, simbolo di semplicità e umiltà. Carracci sfida gli stereotipi dell’arte aristocratica, conferendo dignità alla vita dei comuni cittadini.
La luce radente e il dettaglio minuzioso nelle espressioni dei personaggi conferiscono al dipinto un’atmosfera di autenticità e immediatezza.

“La Fuga in Egitto” (1603-1604)

“La Fuga in Egitto” è un’altra opera iconica di Carracci, che raffigura la Sacra Famiglia in fuga verso l’Egitto per sfuggire all’ira del re Erode.

Questo dipinto combina abilmente elementi del sacro e del profano. Carracci rende omaggio alla tradizione religiosa, ma allo stesso tempo, incorpora elementi paesaggistici naturalistici e animali curiosamente osservati.
Questa fusione di elementi sacri e terreni riflette l’approccio eclettico di Carracci alla pittura.

“L’Assunzione della Vergine” (1600-1601)

“L’Assunzione della Vergine” è un affresco che decorava la cupola della Chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma.
In questa grandiosa composizione, Carracci dipinge la Vergine Maria che viene assunta in cielo, circondata da angeli e apostoli.
La cupola stessa sembra aprirsi per accogliere la Vergine.
Quest’opera è un esempio straordinario della capacità di Carracci di creare una sensazione di movimento e di trascendenza attraverso l’uso della prospettiva e della luce.

“Il Trionfo di Bacco e Arianna” (1597-1602)

Questo ciclo di affreschi, situato nella Galleria Farnese a Roma, è un’altra testimonianza dell’ampio repertorio artistico di Annibale Carracci.
La serie raffigura il trionfo del dio Bacco e la sua unione con Arianna, la principessa cretese. Carracci fonde elementi mitologici e allegorici in un caleidoscopio di colori e movimento.
Le figure sembrano danzare nell’aria, creando un senso di gioia e festa. Questo ciclo di affreschi è considerato uno dei vertici dell’arte barocca italiana.

Conclusioni

Annibale Carracci, con la sua versatilità e innovazione, ha contribuito in modo significativo allo sviluppo dell’arte barocca italiana.
Le sue opere sono un esempio straordinario di come l’arte possa coniugare la tradizione con la modernità, il sacro con il profano.

La sua capacità di catturare la vita quotidiana con un’attenzione ai dettagli straordinariamente realistica e la sua abilità nel creare opere di grande impatto emotivo hanno ispirato generazioni di artisti successivi. Annibale Carracci rimarrà per sempre una figura iconica nella storia dell’arte italiana e mondiale.




Antonello da Messina: Il Genio Rinascimentale della Pittura

Antonello da Messina, uno dei più celebri pittori italiani del Rinascimento, ha lasciato
un’impronta indelebile nel panorama artistico con le sue opere iconiche che incarnano
l’essenza stessa dell’epoca.

La sua maestria nel dipingere ritratti e scene sacre ha
catturato l’attenzione di generazioni di ammiratori dell’arte.

Esaminiamo alcune delle sue principali opere, testimonianza di un talento straordinario che ha influenzato l’arte europea per secoli.

Ritratto d’uomo (1475-1476)
Questo ritratto è senza dubbio uno dei capolavori più celebri di Antonello da Messina.
Esprime la profonda conoscenza dell’anatomia umana e la padronanza nel catturare
l’espressione individuale.
Il soggetto, con uno sguardo penetrante e un volto illuminato da una luce soffusa, risplende come un’icona di eleganza e mistero.

Antonello ha sapientemente utilizzato la tecnica ad olio, una delle prime adottate in Italia, per creare una resa realistica e una profondità straordinaria.

Crocifissione(1454-1458)
Quest’opera, simbolo della spiritualità del Rinascimento, esemplifica la maestria di
Antonello nell’esplorare temi sacri.
La Crocifissione rappresenta il sacrificio di Cristo in modo potente ed emotivo.
L’uso abile della prospettiva e della luce conferisce all’opera una profondità tridimensionale, trasportando lo spettatore direttamente nella scena.

Antonello dimostra qui la sua abilità nell’interpretare soggetti religiosi con una raffinatezza e una precisione sorprendenti.

San Girolamo nello studio(1460)
Questo dipinto è un’opera emblematica di Antonello, che dimostra il suo impegno nell’evocare l’intelletto l’umanità attraverso l’arte.
La rappresentazione di San Girolamo, uno dei padri della Chiesa, è dettagliata e
profonda, riflettendo l’isolamento e la meditazione del santo.
Antonello è riuscito a trasmettere l’essenza dell’uomo nel suo ambiente di studio, con la luce che gioca su oggetti e tessuti, creando un’atmosfera vibrante e coinvolgente.

Annunciata(1474-1476)
Quest’opera, conosciuta anche come Annunciazione, è un esempio eloquente della
maestria di Antonello nel ritrarre temi religiosi. La rappresentazione dell’Angelo Gabriele e della Vergine Maria è delicata e raffinata. Antonello utilizza la luce in modo magistrale per delineare i dettagli e creare un’atmosfera di sacralità e misticismo.
I colori tenui e la composizione bilanciata enfatizzano la purezza e la grazia della scena.

Conclusioni
Antonello da Messina è stato un pioniere nel mondo della pittura rinascimentale italiana,
contribuendo in modo significativo all’evoluzione delle tecniche pittoriche e
dell’espressione artistica.
Le sue opere continuano a ispirare e ad affascinare gli
appassionati d’arte di tutto il mondo, attraverso la loro bellezza intrinseca e il loro richiamo emotivo. La profondità e la raffinatezza dei ritratti e delle opere sacre di Antonello da Messina rimangono un tesoro inestimabile nel panorama artistico, un’incantevole finestra sul Rinascimento italiano e sulla sua genialità creativa.