Comitato di Quartiere Campo Jemini: focus sulla sicurezza

Conoscere Pomezia Attraverso Le Associazioni E I Comitati Di Quartiere Del Territorio

Pomezia News ha pensato di dare spazio alla conoscenza delle tantissime associazioni e comitati di quartiere esistenti nel territorio di Pomezia.

Il loro contributo, su base volontaria e senza scopo di lucro, arricchisce di valore la città incrementando il senso di comunità, migliorando e favorendo la crescita armonica di un positivo tessuto sociale indispensabile affinché una città non sia solo un luogo dove dormire.

Questa settimana vi presentiamo il Comitato di Quartiere Campo Jemini

 

 

1 – Quando è nato il Comitato di Quartiere Campo Jemini e quali sono gli obiettivi che vi siete preposti?

Il Comitato di quartiere di campo Jemini è nato il 1° Luglio 1993. In data 13 Novembre 2019 è stato modificato lo statuto e la denominazione in adeguamento alle norme del Codice del terzo settore; Nuova denominazione dell’Associazione di volontariato “Comitato di quartiere Campo Jemini – ODV

 

2 – Di quanti membri è formata il Comitato di Quartiere Campo Jemini?

E’ formato da 14 membri

 

 

3 – In che modo un cittadino può entrare a far parte del Comitato di Quartiere Campo Jemini?

Sono associati coloro che hanno partecipato alla costituzione e quanti altri su domanda scritta, verranno ammessi dal Consiglio Direttivo e verseranno la quota di associazione annualmente stabilita dal consiglio direttivo.

 

 

4 – Quale, tra i progetti che avete realizzato finora, vi rappresenta di più?

Premettendo che tutti i nostri progetti / richieste sono realizzati dal Comune di Pomezia  che sentitamente ringraziamo, diciamo che ci rappresentano tutte quelle che contribuiscono a migliorare il quartiere e a tutelare il nostro territorio e ambiente.

 

 

5 – Quali piattaforme social utilizzate per comunicare le vostre iniziative?

Le piattaforme social utilizzate sono Facebook e Whatsapp

 

 

6 – Qual è il progetto al quale state lavorando ora?

Abbiamo già proposto al Comune di Pomezia delle migliorie da apportare al quartiere Campo Jemini a tutela dei cittadini, nello specifico relativi alla sicurezza stradale, nonché di implementare in tutte le vie l’illuminazione pubblica.




Progetto di Cittadinanza Attiva – Rimozione Adesivi

Quando i cittadini si attivano per il bene della città

A tutti piace vivere in un luogo pulito e decoroso. Ciascuno di noi tiene pulita e ordinata la propria abitazione ma c’è un gruppo di cittadini di Pomezia che ha deciso di fare altrettanto con le aree e i beni comuni urbani.

Non è il loro primo progetto visto che hanno già l’anno scorso li abbiamo visti all’opera per riverniciare la fontana di Piazza San Benedetto da Norcia e le aiuole della passeggiata a mare a Torvjanica.

Quest’anno, vista la situazione del lockdown causata dal Covid-19, sono stati fermi fino a ieri sera quando si sono dati appuntamento al Bivio di Pomezia per il primo appuntamento del progetto di Cittadinanza Attiva per la rimozione degli adesivi pubblicitari abusivi che imbrattano le strade: pali della luce, cassette dell’energia elettrica, cartelli di segnaletica verticale, buche delle lettere.

Armati di raschietti, spugne e olio di gomito questo gruppo di cittadini hanno progettato di ripulire il tratto di strada di Via Roma e Via Virgilio.

Quegli adesivi sono bruttissimi e siamo così abituati a vederli sparsi ovunque che, spesso, non ci prestiamo neanche più attenzione se non quando vediamo il risultato a rimozione effettuata e le foto lo dimostrano in modo lampante.

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La domanda che viene spontanea è: per quale motivo dei semplici cittadini dovrebbero impegnare del tempo prezioso per ripulire qualcosa che appartiene a tutti?

Le loro risposte sono tutte valide e condivisibili:

perché vivere in un luogo pulito, ordinato e curato ci fa stare bene con noi stessi e con gli altri;

perché tutto ciò che è area urbana è a tutti gli effetti un nostro bene;

perché svolgere un lavoro insieme ad altre persone ci fa sentire parte di una comunità;

perché speriamo che il nostro esempio sia da stimolo agli altri;

perché si può pensarla diversamente, avere una diversa fede religiosa e un diverso colore della pelle, ma tutto ciò che ci circonda, strade, piazze, vie, marciapiedi, viali, giardini, è nostro, della nostra comunità, di Pomezia;

perché fare è molto meglio che lamentarsi.

 

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È bene ricordare che il progetto è in collaborazione con il Comune di Pomezia grazie al Regolamento per la cura e la valorizzazione dei beni comuni urbani approvato con Delibera di Consigli n. 10 del 2015 attraverso il quale qualunque associazione e/o cittadino può presentare un proprio progetto e attivarsi per migliorare la nostra città.

In pratica è un patto di collaborazione attraverso il quale l’ente fornisce i cittadini del materiale necessario per svolgere un determinato progetto presentato mentre i cittadini intervengono con il proprio lavoro manuale in forma volontaria.

 

Prossimo appuntamento
Mercoledì 2 Settembre ore 19,00 all’incrocio tra Via Roma e Via Rattazzi – Pomezia

Non resta che armarsi di buona volontà e unirsi a loro.

Ovviamente, muniti di mascherina.

 

 

 




Riapre ‘Tana libera tutti’, spazio per i cittadini di Pomezia

Giovedì 15 febbraio ripartono le attività dello spazio culturale del Comune di Pomezia, confiscato alla mafia e affidato annualmente ad associazioni del territorio

 

Verrà inaugurata giovedì 15 febbraio, alle ore 16,30, ‘Tana libera tutti’ l’iniziativa culturale promossa dal Comune di Pomezia presso il villino di Via Cincinnato 4, int. 1, confiscato alla criminalità organizzata nel 1995 e divenuto luogo di partecipazione, condivisione e integrazione per tutta la cittadinanza.

Quest’anno il progetto comunale, giunto al secondo anno di attività e affidato mediante avviso pubblico annuale, è stato assegnato a tre associazioni:’La casa dell’albero’, ‘Le mamme di Pomezia’ e ‘Amici di Singen’.Tante le attività svolte all’interno della struttura, tra cui: banca del tempo, baratto del libro, corso di Qi gong, d’inglese e di cucito.

Per accedere al villino è necessario iscriversi al progetto Tana libera tutti’ attraverso l’apposito modulo, scaricabile dal sito del Comune di Pomezia http://www.comune.pomezia.rm.it/tana_libera_tutti, e inviarlo all’indirizzo email: tanaliberatutti@comune.pomezia.rm.it, oppure consegnandolo all’Ufficio sport e associazioni, Via Pier Crescenzi 1, I piano, tel. 06/91146490.

Gli iscritti, a cui verrà consegnato un tesserino da esibire per accedere alle iniziative del villino, devono rivolgersi direttamente alle associazioni affidatarie per attività e orari che si dovranno svolgere dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle 21,00 e il sabato dalle 9,00 alle 13,00; l’accesso all’immobile è consentito solo agli iscritti, nel numero massimo di 20 persone contemporaneamente, inclusi insegnanti e organizzatori.

I cittadini sono invitati ad indicare proposte, corsi e laboratori a cui vorrebbero partecipare, rivolgendosi direttamente alle tre associazioni affidatarie  utilizzando i seguenti contatti: ‘Amici di Singen’,tel. 346/ 4116670, email amicidisingen@gmail.com; ‘La Casa dell’Albero’,tel. 338/5807273, email lacasadellalbero@gmail.com;’Le Mamme di Pomezia’, tel. 34072659840, email attivita.mdp@gmail.com.

 




Il “triste” destino del cittadino attivo, accadde ad Ardea

Il cittadino attivo è, per definizione, una persona attenta al territorio, partecipe della cosa pubblica, dotato di spiccato senso civico: uno di quelli, insomma, che ogni Amministrazione comunale, dotata di buon senso, vorrebbe tra le fila dei propri residenti.

E il motivo è tanto banale, quanto strategico per un Comune.

Il cittadino attivo è come una sentinella sul territorio, è quasi un “consigliere civico aggiunto”, attento ai temi ambientali, sociali, alla sicurezza: le Amministrazioni virtuose se ne servono, ad esempio, attraverso progetti che non solo fanno risparmiare le casse comunali, ma rendono anche un servizio all’intera comunità cittadina.

Potremmo citare il progetto del Controllo del Vicinato, ormai attivo in più di 100 Comuni italiani, dove un gruppo di cittadini può costituire un vero e proprio ponte comunicativo tra loro, le forze dell’ordine e gli amministratori locali per il controllo del proprio quartiere, attraverso segnalazioni qualificate di eventi legati alla sicurezza.

Cittadini attivi che, in questo caso, per puro spirito di appartenenza al territorio e per senso civico collaborano con Polizia locale e Carabinieri di zona per una convivenza sicura  e consapevole, nella convinzione che non è possibile mettere una volante a presidio di ogni strada e che la partecipazione sia, al momento, l’unica strada percorribile.

Fin qui tutto bene, ma…ci sono anche quelle Amministrazioni che, sebbene bisognose “di aiuto” da parte dei cittadini,  si auto-convincono di bastare a se stesse.

Succede infatti nel Comune di Ardea – appena qualche giorno fa – che, nonostante una buca (voragine) stradale fosse stata prontamente segnalata alle Istituzioni, questa rimanesse lì nella sua autentica bellezza concava per mesi (le mail che segnalavano la pericolosità della situazione erano state inoltrate più volte in almeno tre mesi): segreteria del Sindaco, ufficio Lavori pubblici e Polizia locale forse nemmeno avevano fatto caso alle insistenze dei cittadini opprimenti che nulla hanno da fare se non “disturbare” la quiete operosità dell’Amministrazione comunale.

E quando questi si svegliano dal torpore invernale che li aveva colti mesi addietro, ecco la efficace, tempestiva e tanto attesa risposta: la competenza non è nostra!

Un mix di grave menefreghismo e di scarsissima conoscenza del proprio territorio.

Perché il caso vuole che in quella buca ci va a cadere una ignara motociclista, che per poco non ci rimette l’osso del collo e se la cava con una visita al pronto soccorso: volete sapere come va a finire?

Va a finire che la buca, prontamente – si fa per dire –  rattoppata, trova finalmente il suo responsabile (il Comune che aveva negato la propria competenza territoriale) e che il cittadino attivo, che tanto si era prodigato per la comunità, rimane sbigottito per quanto accaduto e per quanto poteva essere semplicemente evitato.

Ma la storia, come recita il titolo di questo articolo, è triste: rimangono, infatti, a dieci metri di distanza dalla prima voragine rattoppata almeno altre due buche pericolose, ovviamente già segnalate da tempo…che Dio ce la mandi buona pure stavolta!