C’è ancora domani, il film dedicato a noi donne

Il nuovo film della Cortellesi, uscito nelle sale a fine ottobre, sta ottenendo sempre più successo. Dopo aver vinto tre premi al Festival del cinema di Roma, infatti, negli ultimi giorni è rientrato nella top 10 dei film italiani con più incassi, sfiorando quota 27 milioni e diventando il miglior titolo della stagione 23/24.

Ambientato a Roma nei tempi del dopoguerra, ci racconta la toccante storia di Delia, donna di casa costretta ad occuparsi ogni giorno dei tre figli, del suocero e dell’irascibile marito, che ritiene giusto riempirla di schiaffi e umiliarla. “Ho voluto realizzare un film contemporaneo ambientato nel passato, perché penso che purtroppo molte cose siano rimaste le stesse. Naturalmente ci sono stati dei progressi, sono cambiati i diritti, sono cambiate le leggi, ma non del tutto, non nella mentalità”, spiega l’attrice e regista in un’intervista.

La Cortellesi è impeccabile su tutti i fronti. Che fosse una magnifica attrice era già ben noto a chiunque, ma il suo esordio come regista è stato di certo pieno di sorprese. Non solo interpreta il suo ruolo alla perfezione, accompagnata tra l’altro da un cast spettacolare, ma tratta anche temi come la violenza domestica e i diritti delle donne in modo estremamente delicato e commovente.

Infatti, tra la comicità di alcune scene che strappano un sorriso e la drammaticità di altre, che provocano nel pubblico tristezza e compassione, ci tiene fissi allo schermo con gli occhi lucidi.

Tutto ciò, inoltre, arriva in un momento in cui tutta Italia soffre ancora per l’omicidio di Giulia Cecchettin, l’ennesima vittima di una cieca gelosia e violenza che non dovrebbe essere propria dell’amore, ma che purtroppo lo è sempre più spesso.

Insomma, il film è un vero e proprio omaggio alle donne, alla solidarietà femminile, all’amicizia e, in particolare, al rapporto madre figlia. La Cortellesi, infatti, ha deciso di dedicarlo a sua figlia Laura, o meglio “Lauretta”, come possiamo leggere prima dei titoli di coda; dedica in cui possiamo scorgere l’amore materno, più forte di qualsiasi altro legame.

“C’è ancora domani” dà forza a ognuna di noi e ci ricorda l’importanza di reagire, di avere coraggio e soprattutto di chiedere aiuto quando ci viene fatto del male o quando veniamo private dei nostri diritti. Alla prima offesa, al primo schiaffo, dobbiamo tenere in mente che c’è sempre domani e che meritiamo molto di più di qualcuno che ci tarpa le ali. È per questo che ogni donna dovrebbe vederlo, per imparare ad amare sé stessa e per far sì che tutte quelle morti non siano state vane.

Virginia Porcelli




Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente, il nuovo prequel tanto atteso

Da poco nelle sale cinematografiche, “Hunger Games- La ballata dell’usignolo e del serpente” è il nuovo prequel ispirato ai celebri romanzi di Suzanne Collins. Diretto ancora una volta da Francis Lawrence e realizzato otto anni dopo l’uscita della pellicola conclusiva della saga, ci racconta l’ascesa di Coriolanus Snow, costretto a fare da mentore a Lucy Gray Baird, tributo del distretto 12, nella decima edizione degli Hunger Games.

È proprio la versione diciottenne di Snow ad essere interpretata dal giovane attore britannico Tom Blyth, il quale riesce perfettamente a rappresentare sullo schermo la personalità controversa del futuro presidente tirannico di Panem. I produttori hanno infatti voluto adottare un diverso punto di vista, essendo affascinati sulle ragioni che avevano spinto una persona come lui a scegliere l’autoritarismo.

A dare un volto all’impavida Lucy Gray è invece Rachel Zegler, conosciuta per il suo esordio in West Side Story, film di Spielberg del 2021 e scelta per interpretare Biancaneve nel nuovo live-action programmato per il 2025. L’attrice statunitense, sempre più di successo, ci incanta con la sua voce angelica, facendoci immedesimare nel suo personaggio: quello di una giovane costretta a combattere per la paura di morire.

Non a caso, a parere di chi scrive, l’elemento più affascinante e apprezzato dal pubblico, oltre ai magnifici effetti speciali, è proprio la musica. Ogni canzone all’interno del film è originale e orecchiabile, a tal punto da non riuscire a smettere di canticchiarle una volta concluso. In particolare il brano principale “The Hanging Tree”, interpretato da Rachel Zegler stessa ha avuto un grande successo, come lo ebbe l’originale musicato da James Newton Howard nel 2014. Inoltre i titoli di coda sono accompagnati persino, per la gioia dei fan, dal nuovo singolo di Olivia Rodrigo “Can’t Catch Me Now”, scritto per la colonna sonora.

Insomma, possiamo dunque dire che il nuovo Hunger Games si è sicuramente dimostrato all’altezza delle aspettative, se non addirittura superiore. Oltre ad essere fortemente fedele al romanzo, coinvolge lo spettatore fin dal primo minuto, trasportandolo in un’atmosfera da cui non vuole uscire.

Il pubblico, ad ogni modo, non riesce proprio ad abbandonare l’amata saga, sperando sempre in nuovi capitoli. Ciò, per fortuna, non è da escludere del tutto. Il regista ha infatti recentemente dichiarato: “Se Suzanne ha un’altra idea che pensa si adatti al mondo di Panem, che sia con nuovi personaggi o con personaggi che già conosciamo, sarei davvero interessato”. Confidiamo dunque di rivivere presto gli Hunger Games, che sia tra le pagine di un libro o sul grande schermo.

Virginia Porcelli

 




The Lost City, nuova commedia senza impegno

È da poco uscito su Netflix “The Lost City”, affabile commedia d’azione del 2022 diretta da Adam e Aaron Nee che ha conquistato il pubblico, rimanendo per giorni al primo posto della classifica nazionale.

La scrittrice Loretta Sage descrive luoghi esotici nei suoi romanzi d’amore e d’avventura con un bel modello da copertina, Alan. Tuttavia, mentre è in tournée per promuovere il suo nuovo libro, viene rapita da un miliardario.

Sandra Bullock, Brad Pitt, Channing Tatum, Daniel Radcliffe, solo leggendo questi nomi possiamo facilmente intuire il motivo di tanto hype intorno al contenuto. Gli attori, tra i più celebri dell’industria cinematografica, ravvivano senza dubbio la commedia, scatenando un’atmosfera simpatica anche se a tratti demenziale.

Il film, infatti, si potrebbe interpretare, a parere di chi scrive, come una copia mal riuscita di Indiana Jones. La comicità banale spinge i personaggi alla caricatura e tenta di mascherare il genere d’avventura, che presenta una trama povera e per nulla travolgente.

Nonostante ciò la pellicola ha comunque riscosso un discreto successo. Dopo le riprese, svoltesi nella Repubblica Dominicana nel 2021, è stato distribuito nelle sale l’anno successivo, incassando complessivamente 190 844 029 dollari e ottenendo diverse candidature e un premio MTV come miglior cattivo a Daniel Radcliffe, per quanto ci riesca difficile non vederlo nei panni del nostro amato Harry Potter.

Insomma, “The Lost City” non è sicuramente il miglior film d’avventura degli ultimi anni, ma, in sua difesa, è una piacevole commedia senza impegno che ci porta in luoghi magnifici strappandoci qualche risata e animando le nostre serate autunnali.

Virginia Porcelli




Terminato lo sciopero da record degli attori di Hollywood

Lo scorso 9 novembre, giusto pochi giorni fa, lo sciopero da record degli attori di Hollywood è finalmente giunto al termine dopo quattro mesi, anzi, più precisamente dopo 118 giorni. Il sindacato Sag-Aftra, che conta il più alto numero di interpreti del cinema e della tv americani, circa 160mila attori, è giunto vittoriosamente ad una proposta di accordo con i principali studios e produttori cinematografici, approvata dall’86% degli iscritti. Il contratto si aggira a un valore complessivo di un miliardo di dollari.

Ciò che gli attori auspicavano era una maggiore tutela contro la sempre più ostile intelligenza artificiale, oltre a un aumento di salario e stipendio. D’ora in poi le produzioni dovranno, infatti, chiedere il consenso agli attori i cui volti verranno replicati dall’ IA per il film a cui stanno lavorando, anche la più piccola scena dovrà essere indicata nei dettagli. Per quanto concerne invece gli aumenti salariali, la paga oraria aumenta fin da subito del 7%, con la promessa di ulteriori 4% e 3.5% nei mesi successivi. A ciò si aggiungono anche incrementi sulla pensione e sull’assicurazione sanitaria. Rivisto persino il trattamento delle scene di nudo e di sesso, per cui sono state previste più supervisioni obbligatorie. Altro successo quello riguardante la rimozione del cosiddetto “streaming participation bonus”, cambiamento del modo in cui gli attori ottengono denaro dal trasferimento delle loro opere in streaming.

I negoziatori parlano di una ”grande vittoria”, in quanto il tempo disponibile per rimediare alla situazione era diventato ormai sempre meno. Se non si fosse trovato al più presto un accordo, la stagione dell’anno 2023-2024 sarebbe stata infatti compromessa. Gli attori dunque sono ora pronti a tornare sul set da vincenti, utilizzando il massimo delle loro capacità e soprattutto sicuri del fatto che questo loro impegno sia riconosciuto nel modo migliore.

Virginia Porcelli




La finestra di fronte, il valore dei ricordi

È da soli pochi giorni che il film del 2003 di Özpetek, “La finestra di fronte”, è tornato su Netflix e ha subito riacquisito il successo iniziale, piazzandosi subito tra i contenuti più visti. La straziante pellicola romantica ci presenta la vicenda di Giovanna, la quale si ritrova a prendersi cura di un uomo anziano smarritosi per un vuoto di memoria. Cercando di indagare sulla sua identità, avrà anche lei modo di riscoprire sé stessa e i suoi sentimenti.

La scelta dei protagonisti da parte del regista è senza dubbio appropriata. I nomi di Giovanna Mezzogiorno e Raoul Bova, infatti, non ci sono per nulla nuovi. I due sono tra i migliori attori del cinema italiano e insieme sono semplicemente sensazionali, in particolare la Mezzogiorno rappresenta perfettamente le emozioni e i dubbi di una donna infelice e insoddisfatta della propria vita. Per non parlare di Filippo Nigro e Massimo Girotti, anch’essi grandi attori.

Il tutto è coronato dal romantico sfondo che presta la città di Roma, tra i luoghi più celebri, come il ghetto e i quartieri più intimi e nascosti. Altro elemento che di certo non passa inosservato è il commovente estratto della colonna sonora: “Gocce di Memoria” di Giorgia. La canzone, infatti, era stata pubblicata nel 2003 per il film e aveva avuto un incredibile successo. Anche a distanza di anni è conosciuta da tutti, ma solo chi ha visto il film può, a parere di chi scrive, capirla a pieno ed apprezzarla ancora di più.

Nel brano, dedicato al grande amore dell’artista, Alex Baroni, è racchiuso l’intero significato del capolavoro di Özpetek, ossia il valore dei ricordi. Ogni persona importante che ha fatto parte della nostra vita, infatti, ci lascia qualcosa, un insegnamento che porteremo sempre con noi. Il film è l’intreccio di due storie, è il racconto di un amore impossibile, da cui impariamo a non accontentarci mai di sopravvivere sacrificando noi stessi, ma al contrario a vivere seguendo le proprie passioni e la propria felicità.

Virginia Porcelli

 




Élite 7, sorprendente o ripetitiva?

Il mese di ottobre si sta sicuramente rivelando carico di nuovi contenuti Netflix, rendendo i fan delle serie tv sempre più felici e occupati! Dopo la nuova stagione di Lupin uscita a inizio mese, infatti, lo scorso 20 ottobre è stata rilasciata la settima stagione di una delle serie più popolari tra gli adolescenti, Élite.

Il tema di questo capitolo è principalmente quello della salute mentale. Viene a tal fine evidenziato come molti ragazzi la trascurino per paura e come vadano incontro a sfide e drammi interiori che li portano alla depressione e talvolta al suicidio.

Ancora una volta l’ambientazione principale della vicenda è quella di Las Encinas, la famosa scuola dove i protagonisti frequentano le lezioni, affiancata dagli interni delle loro case e dall’Isadora House, discoteca in cui passano gran parte delle serate.

 

La maggior parte delle critiche del pubblico viene invece dal fatto che anche in questa stagione troviamo sempre più nuovi personaggi che si sono via via sostituiti a quelli storici a cui eravamo affezionati. Tuttavia, per quanto tutti noi apprezzeremmo un ritorno dei volti a noi cari, è nella norma che serie come questa, che si prolungano nel tempo, si lascino prima o poi indietro alcuni attori.

Si potrebbe invece dire molto sui vestiti indossati dai protagonisti. Mentre ritroviamo un’eleganza sublime nei completi della nostra amata Isadora (Valentina Zenere), della quale vorremmo possedere il guardaroba, del tutto diversi sono quelli di Chloe, la nuova arrivata. Pur immedesimandosi nel suo personaggio, infatti, è inverosimile che qualcuno possa mai vestirsi con così poco ritegno all’interno di una scuola.

Per quanto ripetitiva e a tratti demenziale, la settima stagione si è, a parere di chi scrive, risollevata rispetto alle precedenti, tornando invece a somigliare a quelle iniziali tanto amate dai giovani, non solo mescolando thriller e drama, ma aggiungendo persino temi profondi in cui essi si possono immedesimare.

Gli amanti della serie saranno inoltre felici alla notizia del già confermato rinnovo di stagione. Élite infatti tornerà l’anno prossimo con l’ottavo capitolo, che tuttavia, come ci ha anticipato il regista, sarà quello finale.

C’è chi non vedeva l’ora e chi invece farà fatica ad abbandonare la serie e i personaggi che lo hanno accompagnato questi anni, non ci resta comunque che aspettare e sperare di non rimanere delusi.

Virginia Porcelli




Lupin 3, il nostro ladro gentiluomo preferito torna sullo schermo

Finalmente lo scorso 5 ottobre l’attesissima terza stagione di Lupin, ideata da George Kay e François Uzan, è stata rilasciata da Netflix e detiene ancora il primo posto tra le serie tv più viste sulla piattaforma.

Nei panni del celebre personaggio letterario Arsenio Lupin, o, se vogliamo chiamarlo con il suo vero nome, Assane Diop, troviamo ancora una volta l’attore e comico francese Omar Sy, che tutti ricordiamo per il ruolo di Driss in “Quasi amici”.

Con un’affabile simpatia e un’eccezionale ingegno egli dà un’interpretazione originale e moderna del ladro tanto amato dai lettori e lascia il pubblico costantemente sbalordito e incredulo, causa del grande successo di ogni stagione.

In questo terzo capitolo vedremo Assane alle prese con una nuova e speciale rapina, che consiste nel furto di una perla nera, impresa già tentata in passato ma con scarsi risultati. Il colpo però ha come vero fine quello di ricongiungersi con la propria famiglia e di ricominciare con loro altrove.

A fare da sfondo è la meravigliosa Parigi, vera protagonista. Il set designer della serie François Dupertuis ha dichiarato di aver cercato di scovare “luoghi iconici che fossero cinematografici , raccontassero la storia e permettessero di mostrare Parigi”.

Geniale e innovativa anche la campagna pubblicitaria lanciata in occasione dell’uscita di Lupin 3, che ha fin da subito attirato l’attenzione. Netflix ha infatti creato una vera e propria parodia dei marchi di lusso dei gioielli, quali ad esempio Rolex, Cartier e Tiffany & Co, pubblicando sui social e disseminando per Parigi durante la fashion week poster pubblicitari, ma senza gioielli, il cui furto è visibile dai segni dell’abbronzatura.

Nonostante il finale ci induca a pensare ad un’eventuale quarta stagione, questa non è stata ancora confermata da Netflix. Dunque non possiamo far altro che aspettare e sperare di rivedere presto il nostro ladro gentiluomo preferito.

Virginia Porcelli




Love at First Sight, e voi credete nel destino?

“Love at first sight”, tradotto in italiano “La probabilità statistica dell’amore a prima vista”, è il nuovo film romantico uscito di recente su Netflix, che ha subito balzato le classifiche rimanendo per molto tempo nella top ten dei film più visti sulla piattaforma. 

La regista, Vanessa Caswill, ci racconta la storia di Hadley e Oliver, due giovani che si conoscono casualmente in aeroporto e che, dopo essersi innamorati su un volo New York- Londra, sono costretti a separarsi una volta arrivati.

Il film ha come protagonisti Haley Lu Richardson, la co-star di Cole Sprouse in “A un metro da te” e Ben Hardy: Roger Taylor nel celebre biopic “Bohemian Rapsody”. I due, oltre ad essere attori talentuosi nonostante la giovane età, hanno una sintonia pazzesca sullo schermo e formano una coppia molto affiatata, che ci lascia sognare in ogni momento.

L’ambientazione del film, inoltre, è sicuramente un punto a favore, essendo  interamente girato nella meravigliosa Londra e nei suoi quartieri più nascosti.

L’unico dettaglio che può probabilmente infastidire gli spettatori è, tuttavia,  la presenza di una narratrice che commenta la storia rivolgendosi al pubblico. Nonostante infatti possa essere vista da molti come un’aggiunta gradevole e creativa, per altri rende il film più bambinesco, compromettendolo e distraendo dalla storia principale. 

Insomma, questa commedia romantica è perfetta per gli inguaribili romantici che credono nell’amore a prima vista e che sperano di trovare un giorno la propria anima gemella, ma soprattutto per quelli che credono nel destino e nel suo potere di unire due destini in uno solo.

Virginia Porcelli




Assassinio a Venezia, il nuovo adattamento di Agatha Christie

Lo scorso 14 settembre è uscito nelle sale Assassinio a Venezia, il terzo dei film tratto dai romanzi gialli di Agatha Christie con protagonista il detective Poirot, dopo Assassinio sull’Orient Express e Assassinio sul Nilo.

In questo capitolo Hercule Poirot, ormai ritiratosi a Venezia, viene convinto da una vecchia conoscenza a partecipare ad una seduta spiritica durante una festa di Halloween. Sarà solo dopo il misterioso assassinio di uno degli ospiti, che il detective deciderà di rimettersi al lavoro per scoprire il colpevole.

 

Il film è sorprendentemente diretto e interpretato dall’attore premio oscar Kenneth Branagh, che si mette ancora una volta nei panni del protagonista, dando il volto al famoso personaggio letterario. Tra i tanti membri del cast ritroviamo anche attori come Michelle Yeoh, migliore attrice protagonista agli Oscar 2023 per il film pluripremiato Everything Everywhere All at Once, Jamie Dornan, famoso invece per il ruolo di Christian Gray in Cinquanta sfumature e Riccardo Scamarcio, celebre attore italiano. Essendo Scamarcio l’unico attore italiano, egli ha prestato la sua stessa voce per il personaggio interpretato, voce che tuttavia, a parere di chi scrive, stonava con il doppiaggio italiano degli altri attori, sentendosi chiaramente la differenza.

Nonostante questa piccola imperfezione, le location del film, girato nella meravigliosa Venezia, valgono sicuramente il biglietto. Riconosciamo tra i luoghi rinomati l’incantevole Piazza San Marco, il Ponte dei Sospiri, Palazzo Ducale e molti altri. Per gli interni invece, le riprese sono state spostate presso i Pinewood Studios di Londra, dove è stato ricostruito da zero un palazzo antico veneziano, quello in cui avvengono gli omicidi, dotato persino di un proprio ormeggio per le gondole.

Dunque, benché non all’altezza dei capitoli precedenti, di sicuro più articolati e coinvolgenti, Assassinio a Venezia trasporta gli spettatori in un’atmosfera di mistero, avvolgendoli tra ansie e timori e scaturendo la loro profonda curiosità.

Virginia Porcelli




Oppenheimer, il biopic campione d’incassi

Oppenheimer è sicuramente un film da non perdere quest’anno, nonché uno di quelli più di successo. La pellicola ha infatti di recente guadagnato il titolo di biopic più visto al mondo, superando gli incassi di Bohemian Rapsody.

Diretto da Christopher Nolan, un regista il cui nome è già di per sé una garanzia, ci racconta la vita del famoso fisico Robert Oppenheimer, l’inventore della bomba atomica.

Il cast assicurava il successo del film ancor prima che uscisse, alzando le aspettative del pubblico. A dare il volto al protagonista è proprio Cillian Murphy, famoso per il suo ruolo di Thomas Shelby in Peaky Blinders. L’attore ha dimostrato ancora una volta di essere uno dei migliori nel suo campo al giorno d’oggi, dando un’ eccellente interpretazione. Egli ha infatti dichiarato al quotidiano inglese “The guardian” in una precedente intervista di essersi preparato facendo molte letture e di essere affascinato dal personaggio contraddittorio di Oppenheimer, pur non avendo la capacità intellettuale per comprendere i meccanismi di ciò che il fisico ha creato.

Sicuramente non da meno sono stati gli altri membri del cast, tra cui troviamo i nomi di Matt Damon, Florence Pugh, Emily Blunt e Robert Downey Jr., tutti attori fenomenali che insieme rendono il film ancora più memorabile.

Altrettanto sorprendente è la fotografia. Il direttore di essa, Hoyte Van Hoytema, il quale aveva già collaborato con Nolan in passato, ha utilizzato anche per questo film, come per Interstellar, Dunkirk e Tenet, la tecnologia IMAX. Egli ha infatti limitato al massimo gli effetti speciali digitali, creando un’immagine che potesse dare l’idea di filmare una vera esplosione.

Ultimo ma non per importanza è senza dubbio il suono, uno degli aspetti più affascinanti dell’intero film. Il premio Oscar Ludwig Göransson, dopo un’ iniziale riluttanza, ha realizzato una colonna sonora di due ore e mezzo eseguita dalla Hollywood Studio Orchestra e poi registrata in studio, che, con suoni commoventi, fa da sfondo al film.

Insomma, Oppenheimer è un film oggettivamente perfetto sotto ogni punto di vista, studiato nei minimi dettagli. Tuttavia, nonostante ciò, può risultare per molti, a parere di chi scrive, a tratti pesante e impegnativo, data la lunga durata e la complessità degli argomenti trattati.

Nonostante ciò consiglio caldamente, a chi non lo avesse ancora fatto, di andare al cinema e vivere l’esperienza in iSense, per godersi al massimo i fenomenali effetti speciali, a cui la tv non renderebbe di certo giustizia.

Virginia Porcelli




È colpa mia? Il film che ha conquistato i giovani

Non potevo certo non scrivere qualcosa a proposito del film che negli ultimi giorni ha conquistato il pubblico dei giovani. Chi lo ha visto dieci volte, chi anche di più, È colpa mia ha senza dubbio riscosso un successo sbalorditivo in così poco tempo. Il film spagnolo è infatti arrivato sulla piattaforma Amazon Prime Video l’8 giugno e da quel momento ha scalato la classifica, non abbandonando mai il primo posto.

Tratto dal romanzo di Mercedes Ron, divenuto un best seller grazie a Wattpad, il film di Domingo González narra una tormentata storia d’amore adolescenziale. Noah è costretta a lasciare la sua casa, gli amici e il fidanzato per trasferirsi nella villa del nuovo e ricco marito della madre. La giovane sarà quindi obbligata a frequentare il figlio del nuovo padrino, il fascinoso e popolare Nick, con il quale nascerà presto una forte attrazione.

Nonostante non ritenga la recitazione all’altezza dei film che sono solita recensire, i due giovani attori, Nicole Wallace e Gabriel Guevara, hanno una forte intesa non solo nel film, ma anche nella vita reale, tanto da far sperare i fan in una eventuale relazione tra i due.

Cosa rende questo film tanto speciale? Ammetto che sicuramente il particolare fascino dell’attore protagonista, classico cattivo ragazzo, possa aiutare, ma non è solo questo. Culpa mia, titolo originale, è il tipico film “enemies to lovers” (da nemici a innamorati), trama che affascina particolarmente le giovani e riesce con un semplice bacio tra i due protagonisti a farle impazzire, facendo venire loro le farfalle nello stomaco.

Un altro elemento da non sottovalutare, probabilmente quello che intrigherebbe più un pubblico maschile, è la presenza di molte scene action su quattro ruote, che rendono il film un mix tra After e Fast & Furious.

Inoltre, sebbene Amazon non abbia ancora confermato il sequel, esiste già un secondo romanzo dal titolo Colpa tua e secondo il produttore il secondo e il terzo capitolo sarebbero già in lavorazione.

Di sicuro non è uno dei migliori film romantici, ma, nonostante ciò, Culpa mia rimane un film piacevole da guardare per vivere una nuova storia d’amore e, perché no, ripassare un po’ di spagnolo!

Virginia Porcelli




The Fabelmans, il nuovo film di Steven Spielberg

Lo scorso mese The Fabelmans, il nuovo film di Steven Spielberg, è finalmente arrivato sulla piattaforma Amazon Prime Video.

Si tratta di una storia semi-autobiografica che ripercorre l’infanzia americana del famoso regista. È stato “il film più personale e il più difficile da realizzare”, ha affermato infatti lui stesso.

L’immaginario Sammy Fabelman cresce tra l’Arizona e la California tra gli anni 50 e i 60. Quando i suoi lo portano a vedere un film al cinema per la prima volta, il giovane si innamora di questa arte e, con il sostegno della madre, si arma di cinepresa e inizia a girare i suoi film. Con il tempo, scoprendo un segreto di famiglia, imparerà quanto essi possano svelare la verità sugli altri e su ciò che ci circonda.

 

Il film è dedicato al ricordo dei genitori di Spielberg, morti tra il 2017 e il 2020. Il regista aveva, in realtà, ideato il progetto già nel 1999, per poi sospenderlo per vent’anni temendo di ferire i genitori stessi. È stato solo nel 2019 che, insieme al frequente collaboratore e sceneggiatore Tony Kushner, ha ripreso il progetto, completandolo nel 2020.

Senza dubbio sorprendente il cast. L’attore che interpreta Sammy, il giovanissimo Gabriel LaBelle, ha saputo infatti interpretare al meglio il dolore e le delusioni del giovane protagonista alle prese con il mondo del cinema. Allo stesso modo Michelle Williams, la quale interpreta la madre di Sammy, aveva secondo il regista lo stesso sguardo della madre ed era dunque la scelta ovvia per il ruolo.

In quanto alla fotografia, strabiliante la tecnica usata, che dà un tocco antichizzato all’immagine, ma allo stesso tempo la arricchisce con colori particolarmente accesi.

Nonostante le sette nomination agli Oscar di quest’anno, il film non ha, ahimè, portato a casa alcuna statuetta e non ha nemmeno riscosso il solito successo dei film di Spielberg. In occasione dei Golden Globes invece, la pellicola ha vinto nelle categorie di miglior film drammatico e miglior regista.

Dunque, nonostante non sia uno dei migliori film del regista, The Fabelmans riesce comunque a trasmettere al pubblico la passione per il cinema, che, a parere di chi scrive, rappresenta ancora la miglior forma d’arte.

Virginia Porcelli