La figlia femmina di Anna Giurickovic Dato

La figlia femmina è il sorprendente esordio letterario della scrittrice catanese Anna Giurickovic Dato pubblicato dalla Fazi Editore nel 2017 e tradotto in cinque paesi tra cui Francia, Germania e Spagna ottenendo un successo di critica e di pubblico.

È la storia di Maria, la figlia e dei suoi genitori, Silvia e Giorgio con un segreto inconfessabile che scivola tra le loro vite segnandole in modo indelebile.

Paragonato ad una versione moderna di Lolita di Nabokov, la trama assume un sfumatura più sottile vista la scelta di dare la voce a Silvia, la madre. È lei che racconta, o forse è meglio dire che sussurra, la storia quasi fosse accaduta da un’altra parte, quasi non facesse parte di lei, quasi non la toccasse.

 

 

La trama del romanzo ha due piani temporali, una parte si svolge in Marocco a Rabat dove Giorgio è un diplomatico e la seconda parte a Roma dopo che un ulteriore evento drammatico sconvolge la vita della famiglia.

L’autrice, fin dalle prime pagine, rivela al lettore il rapporto incestuoso tra la piccola Maria e Giorgio ma è con l’evolversi della trama che riesce, con maestria e delicatezza, a evidenziare i drammi psicologici di tutti e tre i personaggi dando loro, di volta in volta, sia il ruolo della vittima che del carnefice.

«Dio almeno mi crede»
«Tutti ti crediamo»
«Tu non mi crederesti mai»
«A cosa non dovrei credere, Maria?»
«Che io sono il diavolo»
«Tu sei un angioletto, sei una bimba»
«Non è vero. Io il diavolo ce l’ho qua. […] Ma non lo so chi ce l’ha messo, ci sono nata così»

La figlia femmina è un libro duro, spietato, un vero pugno nello stomaco e l’abilità di Anna Giurickovic Dato è nell’essere riuscita a caratterizzare e scandagliare ciascun personaggio tenendo il lettore avvinghiato alla trama.

Giorgio è il cattivo? Forse, eppure parla con amore alla moglie «Sei la parte più importante della mia vita. Se qualche volta sono freddo o sono sgarbato è perché sento che mi sei indispensabile e questo mi fa paura. Provo a tenerti lontana, ma più ti allontano più mi sei vicina e il tuo grande amore per me è un laccio che non si slega»

Silvia è la cattiva? Forse è nella solitudine che si materializza il suo errore sebbene nella successiva consapevolezza si intravede uno spiraglio di salvezza «Vorrei poter dare la colpa a qualcuno, essere giovane e bella, aver tutto da imparare e non aver sbagliato ancora nulla»

La figlia femmina non lascia indifferenti per la capacità di trattare argomenti difficili che spesso si nascondono come tabù, per il ritmo narrativo non privo di grandi colpi di scena, per i dialoghi equilibrati e le ambientazioni perfette.

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Per chi volesse leggere anche altro di Anna Giurickovic Dato, nel 2020, sempre per la Fazi Editore, è stato pubblicato Il grande me.