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Mia, un film sulla violenza e gli amori malati

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In occasione della giornata nazionale contro la violenza sulle donne, svoltasi lo scorso 25 novembre, è stato trasmesso in prima serata “Mia”, film di Ivano De Matteo che racconta una triste realtà che ormai, ahimè, è sempre più preoccupante.

Il film è incentrato sulla storia di Mia, quindicenne che finisce in una storia sbagliata, logorata dall’amore malato di un adolescente violento. Aiutata dal padre cercherà di uscirne, ma il ragazzo decide di distruggerla. 

Oltre alla protagonista della vicenda, interpretata da Greta Gasbarri, troviamo Edoardo Leo  nei panni di uno dei personaggi più complessi: il padre di Mia. Da genitore premuroso e protettivo, lo vediamo pian piano trasformarsi, sempre più abbattuto e preoccupato per la figlia, fino al momento in cui la vendetta prende il sopravvento. Infine il ruolo del personaggio più detestabile, quello del ventenne aggressivo Marco, è affidato a Riccardo Mandolini.

“Mia” è una storia di manipolazione e controllo, affronta il tema del revenge porn e ci fa capire come, quando si parla di violenza, non si intenda solo quella fisica, ma anche quella psicologica, come in questo caso. 

Il regista ci mostra come, all’interno di una relazione tossica, una ragazza piena di vitalità e spensieratezza, che ama truccarsi e divertirsi con le amiche, possa spegnersi del tutto, perdere ogni contatto con le persone più care e chiudersi nel proprio dolore.

Particolarmente significativo poi il ruolo della famiglia di Mia, una famiglia che le sta sempre accanto, senza andarle contro quando commette degli sbagli, ma al contrario ascoltandola e aiutandola.

Ivano De Matteo ha rivelato di aver scritto il film insieme alla sua compagna, Valentina Ferlan e di averlo fatto più da genitori che da sceneggiatori, avendo la coppia due figli di 20 e 16 anni.  

“Mia” è quel film che ognuno di noi dovrebbe vedere. È vero, non si tratta di una storia vera, ma si ispira a quella di mille altre ragazze che ogni giorno vivono questa realtà infelice e ripugnante, da cui spesso non riescono a tirarsi fuori se non con gesti estremi.

Ormai siamo di fronte ad un’emergenza nazionale. Sono 51 le vittime di femminicidio nel 2024, quasi 3mila le violenze sessuali nel corso del primo semestre, sfiorano i 700 i casi di condivisione non consensuale di immagini e video intimi e poi ci sono 33 mila chiamate al numero anti violenza 1522. 

Insomma, questa situazione è diventata ormai inaccettabile e di fronte a queste ingiustizie non possiamo far altro che essere unite in quanto donne ed aiutarci a vicenda. È importante stare sempre all’erta e scegliere attentamente la persona al proprio fianco, ma, soprattutto, è fondamentale denunciare. 


Virginia Porcelli



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