Un mistero iconografico: La Tempesta di Giorgione

La “Tempesta” di Giorgione

 

La Tempesta di Giorgione è ad oggi l’opera più discussa ed enigmatica studiata dai maggiori critici d’arte. Fu dipinta tra il 1506 ed il 1508 dal pittore veneziano Giorgione, maestro di Tiziano.

L’opera in sé è semplice: in primo piano, tre figure si trovano sulle due sponde di un torrente. Una donna con il proprio bambino e un giovane poggiato sul suo bastone.

Ma chi sono queste figure?

Qui si aprono dibattiti e ricerche e ipotesi di ogni genere!
Numerosissimi studiosi, come Adolfo Venturi, Carlo Zinelli e Salvatore Settis, hanno proposto le proprie teorie, ma la critica si divide maggiormente in due correnti: chi vede nel dipinto un soggetto storico, mitico e biblico e chi non ne vede alcuno.

Tra i sostenitori del non-soggetto e quelli del soggetto nascosto, ci concentreremo su quest’ultimi: in un viaggio tra le numerose storie e miti che richiama alla mente questo magico dipinto.

 

La Leggenda Aurea

 


La prima storia da raccontare è la Leggenda Aurea.

Maria Maddalena, giunta alla corte del re di Provenza, aiuta lui e la moglie ad avere un figlio.  Per ringraziare di questo miracolo, i tre intraprendono un pellegrinaggio per raggiungere Roma, ma durante il tragitto la moglie ed il figlio morti vengono abbandonati su un’isola.
Nel viaggio di ritorno, a causa di una tempesta la nave ritorna nei pressi dell’isola e il re ritrova miracolosamente la moglie ed il figlio in vita.

Questo dipinto potrebbe rappresentare il momento di ricongiungimento della famiglia reale, quando il re finalmente ritrova la moglie ed il figlio.

San Giovanni Crisostomo

La seconda storia è quella di San Crisostomo.

Giovanni Crisostomo, dopo aver commesso un gravissimo peccato gettando una giovane ragazza giù da una rupe, decise di fare penitenza camminando a quattro zampe e senza più parlare finché un neonato non lo avesse perdonato.

Quando l’imperatore gli perdonò il delitto commesso, la ragazza da lui violentata e uccisa fu miracolosamente ritrovata ai piedi della rupe.
Il momento rappresentato potrebbe essere quello in cui Crisostomo, dopo aver scontato la sua penitenza, si rincontri con la giovane ed il suo bambino.

Eppure sono numerosissime le teorie che ruotano attorno a questo dipinto.

 

 

 

Enea e i Vendramin


Oltre queste due storie, vi è anche un’ulteriore ipotesi: il giovane con il bastone potrebbe essere Enea che ritrova Lavinia e Silvio, costretti a vivere nel bosco per un periodo. Perché proprio Enea?
Sullo sfondo possiamo notare la città di Venezia, ed il doge in carica al momento della creazione era Gabriele Vendramin, discendente del famoso Andrea Vendramin.
Da tempo Venezia era legata al mito di Enea e lo stesso Silvio (figlio di Enea) era simbolo di Gabriele.

Questo potrebbe essere un grande indizio per identificare il soggetto dell’opera in base alla committenza.

 

Una donna misteriosa

Eppure, il dipinto è stato sottoposto a numerosi raggi x sin a partire dal 1939, e grandiose scoperte hanno rivoluzionato l’idea della composizione del dipinto dando maggior voce ai sostenitori del non-soggetto.
Perché?
Possiamo notare come al posto del giovane pellegrino vi fosse una donna intenta a lavarsi.
Chi fosse costei e come interagisse con l’altra figura, non si sa.

Il quadro di Giorgione è ad oggi uno dei più grandi misteri dell’iconografia.