SHANTARAM di Gregory David Roberts ed. Neri Pozza

SHANTARAM

di Gregory David Roberts

Ed. Neri Pozza

 

 

Per un periodo abbastanza lungo della mia vita da divoratrice di libri, non leggevo nulla che avesse meno di 500 pagine. In pratica non mi dava gusto iniziare una seppur blasonata opera, che sapevo avrei ultimato in troppo poco tempo.

Un giorno, un regalo inaspettato, ecco comparire questo libro, caldamente consigliato da un ottimo libraio.

La copertina già da sola mi ha fatto subito immergere nei colori e negli odori di un paese lontano. Devo ammettere che le prime 150 pagine mi sono risultate un po’ lente, ma ho tenuto duro e sono stata ampiamente ricompensata dalle successive 1000 pagine.

Un romanzo questo, che VA  letto almeno una volta nella vita; una storia che ha dell’incredibile soprattutto se si pensa che è realmente accaduta a chi la scrive.

Sembra impossibile ma lo stile fluido di G.D. Roberts fa sì che queste più di mille pagine scivolino via in fretta, dopo averci preso la mente, e stretto il cuore.

 

 

Esiste una verità più profonda dell’esperienza, che sta al di là di ciò che vediamo, persino di ciò che sentiamo. È una categoria di verità che separa ciò che è profondo da ciò che è soltanto razionale: la realtà della percezione. Di solito questa categoria di verità ci fa sentire inermi, e capita che il prezzo da pagare per conoscerla, come il prezzo da pagare per conoscere l’amore, sia più alto di ciò che i nostri cuori sono in grado di tollerare. Non sempre la verità ci aiuta ad amare il mondo, ma senza dubbio ci impedisce di odiarlo. L’unico modo di conoscerla è di condividerla cuore a cuore…

 

 

Si racconta del peregrinare di un evaso, un fuggiasco che per anni si nasconde in una città indiana con più di 20 milioni di abitanti; è impossibile trovarlo anche perché a Bombay, Greg diventerà uno Shantaram: uomo della pace di Dio.

Leggendo ci ritroviamo ad aver paura con quest’uomo che vive situazioni al limite dell’inverosimile; ci immergiamo con lui nello slum, viviamo e soffriamo con lui. Ci coinvolge emotivamente, ci porta a meditare su cosa siano veramente l’amore, la generosità e il coraggio.

Linbaba, così lo chiamano gli indiani, ci fa venir voglia di partire per l’India, di mangiare il naan, il chapati, o di visitare se non addirittura vivere, una bidonville.

Un romanzo che ci parla del tentativo di riscatto di un uomo al quale le vicende della vita sembravano aver tolto tutto, con un linguaggio meticoloso senza però diventare prolisso.

 

 

L’amore è l’unica cura per la solitudine, la vergogna e la sofferenza. Ma alcuni sentimenti si nascondono così profondamente nel cuore che solo la solitudine può aiutarti a ritrovarli.

 

 

SINOSSI

Greg arriva a Bombay con uno zaino, una chitarra e un passaporto falso. Dopo aver lasciato l’aereoporto ha avuto l’impressione di essere sbarcato in una città colpita da una catastrofe: donne bellissime a piedi nudi in mezzo a quelle rovine, uomini dai denti candidi, bambini dalle membra aggraziate si muovono lenti avvolti da un odore acre e pungente.

Greg è un uomo in fuga ma a Bombay diventerà uno Shantaram, un uomo di pace; allestirà un ospedale per indigenti, reciterà in un film, stringerà relazioni pericolose con la mafia, vivrà un’intensa storia d’amore.

Da Bombay infine ripartirà per due guerre, in Afghanistan e in Pakistan, tra le fila dei combattenti islamici…