Rapporto 2019 sui laureati italiani

Presentato in videoconferenza dal Ministero dell’Università e della ricerca, alla presenza del ministro Gaetano Manfredi, il “XXII Rapporto su profilo e condizione occupazionale dei laureati”, indagine condotta su 650mila laureati delle università aderenti al “Consorzio interuniversitario AlmaLaurea” che ha fotografato lo stato occupazionale dei laureati nel 2019. I dati hanno registrato: un abbassamento dell’età della laurea, maggiore regolarità degli studi, e un aumento dell’occupazione rispetto al 2014. Gli uomini hanno più possibilità di trovare lavoro rispetto alle donne (+19,2%), mentre chi risiede al Nord trova più facilmente lavoro a confronto con chi risiede al Sud (+40%). Differenza di genere per la scelta delle discipline: più donne nei settori insegnamento, linguistico, psicologico e professioni sanitarie, meno invece a ingegneria, nel settore scientifico e a educazione fisica.  “Nel dopoguerra l’università ha rappresentato un ascensore sociale capace di permettere l’espressione dei talenti e di favorire la crescita e la competitività del Paese”, afferma Gaetano Manfredi, ministro del Mur. “L’università non deve essere di classe ma inclusiva, lavorando sul diritto allo studio, sul sostegno alle famiglie più deboli e diversificando l’offerta formativa per intercettare tutti i diplomati”.

I dati parziali relativi al periodo di lockdown da marzo a giugno 2020 fanno emergere che l’occupazione dei laureati a un anno dal conseguimento del titolo è pari al 65% tra i laureati di primo livello e al 70,1% tra quelli di secondo livello, con una diminuzione rispetto alla rilevazione del 2019, ma dimostrano che gli atenei si sono fatti trovare pronti per la didattica online durante l’emergenza sanitaria Covid-19.