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Il vecchio che leggeva romanzi d’amore di Luis Sepùlveda

By Stefania Piumarta on 26 Giugno 2020
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Il vecchio che leggeva romanzi d’amore di Luis Sepùlveda

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Luis Supùlveda è stato uno scrittore cileno venuto a mancare da pochi mesi in Portogallo a causa del Covid-19. Il vecchio che leggeva romanzi d’amore è il libro, pubblicato nel 1989, attraverso il quale Luis Supùlveda è entrato a tutti gli effetti nella scena letteraria mondiale.

Ho scelto questo libro perché è una scrittura scorrevole, una trama insolita e il numero esiguo di pagine lo rende perfetto da gustarselo sotto l’ombrellone.

Il protagonista del libro è Antonio Josè Bolivar, un uomo vedovo e colono mancato che sembra vivere ai margini della foresta amazzonica ma che in effetti respira in perfetta simbiosi con la foresta stessa che rappresenta l’altro protagonista indiscusso del romanzo.

Nella foresta vige il rispetto per tutti i suoi abitanti; Antonio avrà modo di conoscerla e apprezzarla vivendo insieme agli indigeni shuar fino al punto di entrare in perfetta sintonia con loro, di sottostare alle loro leggi e di subirne anche le conseguenze quando ne infrangerà le regole.

Antonio teme e rispetta la natura che lo circonda e appare da subito molto forte il contrasto tra le leggi della foresta e gli uomini che vivono nel villaggio di El Idilio: uomini disposti a tutto per i soldi, privi di sentimenti, aridi e disincantati. Ma Antonio è diverso.

Antonio Josè Bolivar sapeva leggere, ma non sapeva scrivere. […]
Leggeva lentamente, mettendo insieme le sillabe, mormorandole a mezza voce come se le assaporasse,
e quando dominava tutta quanta la parola, la ripeteva di seguito.
Poi faceva lo stesso con la frase completa, e così si impadroniva dei sentimenti e delle idee plasmati sulle pagine.

 

Già, Antonio è diverso e lo si noterà ancora di più quando sarà costretto ad unirsi alla caccia di un tigrillo che gira pericolosamente attorno al villaggio uccidendo tutti gli uomini che incontra.

Le pagine che descrivono la lotta con il tigrillo sono magistrali e, da sole, meritano la lettura de Il vecchio che leggeva romanzi d’amore.

 

Antonio Josè Bolivar si tolse la dentiera, l’avvolse nel fazzoletto, e senza smettere di maledire il gringo primo artefice della tragedia,
il sindaco, i cercatori d’oro, tutti coloro che corrompevano la verginità della sua Amazzonia,
tagliò con un colpo di machete un ramo robusto, e appoggiandovisi si avviò verso El Idilio, verso la sua capanna,
e verso i suoi romanzi, che parlavano d’amore con parole così belle che a volte facevano dimenticare le barbarie umane.

 

SINOSSI

Il vecchio Antonio José Bolivar vive ai margini della foresta amazzonica equadoriana. Vi è approdato dopo molte disavventure che non gli hanno lasciato molto: i suoi tanti anni, la fotografia sbiadita di una donna che fu sua moglie, i ricordi di un’esperienza, finita male, di colono bianco e alcuni romanzi d’amore che legge e rilegge nella solitudine della sua capanna sulla riva del grande fiume. Ma nella sua mente, nel suo corpo e nel suo cuore è custodito un tesoro inesauribile, che gli viene dall’aver vissuto “dentro” la grande foresta, insieme agli indios shuar: una sapienza particolare, un accordo intimo con i ritmi e i segreti della natura che nessuno dei famelici gringos saprà mai capire.

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