L’informazione nel tempo del virus

La vicenda delle informazioni adottate dal Governo per contenere il contagio del virus COVID-19 ha svelato il nostro modo di gestire le informazioni, soprattutto riguardo alle reazioni conseguenti.

Dopo avere assistito allibiti e distaccati a ciò che accadeva solo in Cina, ci siamo trovati a gestire le quarantene, gli allontanamenti, le espulsioni e adesso anche le costrizioni a non lasciare i luoghi in cui ci troviamo, come se piombassimo in un antico incantesimo.

Si tratta di un’emergenza nuova, violenta per la capacità di propagazione e sicuramente sconosciuta per sapere come fronteggiarla. C’è chi la affronta con fatalismo, pensando che può accadere solo agli altri, c’è chi immagina un periodo di carestia e fa incetta di ogni cosa, c’è chi si allarme a prende le precauzione e non manca chi non perde l’occasione per “buttarla in caciara”, che è il modo attuale di sentirsi “politicamente impegnati”.

Grazie alla rete siamo costantemente informati delle decisioni del Governo che riescono a raggiungerci ancora prima che siano adottate. Ciò dovrebbe aiutarci a sentirci più direttamente coinvolti con il processo decisionale e più consapevoli della situazione, dei rischi e delle misure da adottare.

Se dovessi scegliere preferirei un Governo che mi informa degli atti che adotterà, consentendomi di potere intervenire. E nel caso di specie, trattandosi di una competenza (la salute pubblica) ripartita tra Stato e Regioni, sarebbe grave se un Governo non trasmettesse gli atti prima di adottarli.

Qualcuno, invece, ricorrendo ai rischi che le anticipazioni possano determinare sulla popolazione vorrebbe che gli atti rimangano segreti fino alla loro adozione.

Possiamo dire che si tratta di punti di vista diversi. Ma dobbiamo prendere atto che, se passa questo principio rischieremmo di arrivare a giustificare ogni silenzio e ogni censura.

Preferisco pensare, invece, che nell’era della comunicazione ridondante e senza limiti, dobbiamo “educarci” a saperla ricevere e a gestire le nostre reazioni.

Preferisco essere informato di ogni cosa, anche la peggiore, e decidere come comportarmi, che rimanere all’oscuro per paura delle mie reazioni.