Chirurgia estetica, sempre più alla portata

Sono sempre di più gli interventi di chirurgia plastica che vengono effettuati ogni anno. Non fa eccezione l’Italia che è al sesto posto al mondo per numero di interventi estetici. Secondo i dati della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, sono circa 60 mila gli interventi di liposuzione ogni anno: 20 mila addominoplastiche (parte bassa e centrale dell’addome), il 68% su donne e il 32% uomini, e 40 mila fra liposuzioni e liposculture per rimodellare fianchi, addome, cosce e natiche, di cui il 92% effettuate su donne. Più di 25 mila sono invece gli interventi di inserimento di protesi mammaria, a cui si aggiunge un altrettanto numero di riduzioni mammarie, con un trend complessivo in aumento soprattutto tra le giovani ragazze. L’intervento al seno è al primo posto tra gli interventi estetici richiesti dalle donne italiane, a conferma dell’importanza centrale che questa parte del corpo riveste nella cultura e nell’immaginario collettivo. Come si deduce dai dati, le pazienti della chirurgia estetica sono in larghissima maggioranza donne, di tutte le fasce d’età, e sempre più giovani. Dal punto di vista biologico, bellezza e gioventù (cioè fertilità) sono per la donna i due elementi principali di attrazione nei confronti del maschio e rappresentano quindi un ‘imperativo biologico’ per l’evoluzione della specie. E la chirurgia estetica, in questo senso, si aggiunge agli escamotage classici a disposizione delle donne, come il make up e l’abbigliamento, per enfatizzare la propria desiderabilità a fini riproduttivi.

Inoltre, l’uso smodato dei
social, ha fatto sì che la beauty surgery abbia accresciuto in modo
esponenziale i pazienti, alla ricerca morbosa di un canone di bellezza
inesistente. Se fino a circa dieci anni fa la moda della chirurgia estetica e
gli standard di bellezza riconducevano a voler somigliare alle star di Hollywood,
come ad esempio avere il naso alla francese o gli zigomi più armonici, con i
social a portata di like si aggiungono anche le diete e i nuovi cosmetici da
copiare alle attrici.

Il rovescio della medaglia
della vita social che ha abbattuto i muri tra comuni mortali e vip, ha fatto sì
che sempre più giovanissime ricorrono a chirurgie estreme per attirare
l’attenzione di coetanee e brand. Non è più lo stile barbie, alla Marylin
Monroe, o le curve delle sorelle Kardashian, ma un insieme di piccoli e grandi
dettagli estetici che portano a detenere la social beauty. Tutta questa
competizione sulla bellezza sui social ha portato ad un aumento di disturbi
dell’alimentazione tra le giovanissime, quali anoressia e bulimia; anche nelle
donne porta disagio sociale, non soltanto a livello fisico, ma anche mentale. Infatti
sono tante le pressioni mediatiche a cui le donne sono sottoposte, rischiando
anche in alcuni casi forme di depressione.

La nuova tendenza in fatto
di chirurgia estetica prende il nome di Rich Girl Face, una definizione coniata
dal chirurgo plastico Dirk Kremer per Glamour (Uk) che riguarda le ragazze
rigorosamente under 30. Secondo l’esperto, infatti, sempre più ragazze tra i 20
e i 29 anni che si sottopongono a filler all’acido iauronico, peeling chimici e
iniezioni di botox, diventano motivo di orgoglio e una sorta di status da
sfoggiare sui social media, tra tutti instagram.

Numerosi sono però i chirurghi plastici che non sono
favorevoli a questo accanimento chirurgico che si diffonde sempre più. Spesso infatti
i pazienti che si sottopongono ad interventi di beuty surgery sono veri e
propri mezzi di marketing per chirurghi poco zelanti che preferiscono
guadagnare piuttosto che limitarsi a curare veri e propri disagi fisici.

Ma ci sono anche gli uomini che decidono di ricorrere
alla chirurgia per eliminare inestetismi più’ o meno grandi dal loro corpo. Al
primo posto la rinoplastica, ovvero interventi al naso, in seconda posizione la
blefaroplastica, con palpebre ed eventuali borse sotto gli occhi.

In Italia e nel Regno Unito esiste una legge che vieta
gli interventi di chirurgia plastica ed estetica sui minori di 18 anni. L’unica
eccezione in merito riguarda l’otoplastica, ossia la correzione delle orecchie ‘a
sventola’, con il permesso di entrambi i genitori del minore. L’Organizzazione
mondiale della sanità definisce la salute “uno stato di completo benessere
fisico, mentale e sociale, che non consiste soltanto nell’assenza di malattie e
di infermità”. Sotto questo punto di vista, ognuno ha il diritto di ricorrere
alla elective surgery per modificare le parti del corpo che gli precludono
questo benessere psico-sociale o, come comunemente si dice, per stare meglio
con se stessi.