Umbriacatura!

Diciamo la verità: se dopo tutto quello che è successo nel mondo della sanità umbra, che ha portato alle dimissioni del presidente regionale PD, gl elettori avessero premiato quel partito, ci sarebbe stato da preoccuparsi molto seriamente per la tenuta delle democrazia in Italia e per il significato dell’esercizio del diritto di voto.

In verità qualche domanda era già sorta nel vedere , proprio in quella regione, i cui scandali erano stati sollevati dal M5S, quella strana alleanza che pensava di presentarsi candidamente come “nuova” e come “argine” al dilagante populismo muscolare del “capitano”.

Possiamo quindi affermare, senza alcuna sorpresa, che ce l’aspettavamo. E al netto di qualche atteggiamento speranzoso, oltre il limite del miracolo, nessuno è rimasto sorpreso. Peraltro, anche i numeri non sembrano così sorprendenti, perchè, fatta eccezione per la crescita di un partito e la flessione di un movimento, entrambe prevedibili, disegnano preferenze di voto simili alle elezioni europee.

E allora? La questione che allarma presente diverse prospettive.

La prima è quella che riguarda il clima che attraversa la nostra società che sembra avere rinunciato al ruolo “tradizionale” della politica, come perseguimento di valori, per approdare alla sottomissione al leader. E il fenomeno non riguarda solo una parte, ma tutte le parti in gioco tant’è che le cronache non si occupano più di partiti, ma solo di capi di partito.

La seconda e più grave è l’assenza totale di un progetto politico. la coalizione che ha vinto in Umbria, peraltro in modo ampio e dalle dimensioni “storiche” non ha proposto alcun programma specifico, non ha promesso benessere ai cittadini, non ha nemmeno accennato al contrasto alla corruzione, persino dopo gli scandali accaduti in quella regione.

Eppure ha vinto. Dunque è stata scelta. E si trova a governare senza alcun “mandato popolare”, nella libertà totale di fare ciò che vuole. E se dovesse capitare di governare male, sarebbe subito difesa da qualcuno con la solita frase: “si, però, quelli di prima…!”.

Qui non si tratta più di stare da una parte o dall’altra, ma di pretendere il buon senso, sapendo che “non si porta” e soprattutto che… il buon senso non porta voti.

Santo Fabiano