Carta di Venezia: il Controllo di Vicinato allarga la sua rete

Lo scorso 2 e 3 settembre si è tenuto nella città di Venezia il 5° meeting annuale di E.U.N.W.A. (European Neighbourhood Watch Association), che raggruppa le Associazione di Controllo di Vicinato (per la rete italiana di ANCDV presente il Presidente Leonardo Campanale) e Sicurezza partecipata di tutta Europa.

Un incontro fortemente dal Consigliere delegato alla sicurezza partecipata del comune di Venezia, Enrico Gavagnin: Comune che fa parte di una Regione che, come abbiamo avuto modo di dire in un articolo di agosto scorso, si è dotata di una legge (n. 34 dell’8 agosto 2019), che promuove la collaborazione tra amministrazioni statali, istituzioni locali e società civile al fine di sostenere processi di partecipazione alle politiche pubbliche per la promozione della sicurezza urbana e integrata, attraverso lo strumento proprio del Controllo di Vicinato.

Nel corso dell’incontro, al quale hanno preso parte 68 rappresentanti provenienti da 12 diversi Paesi, i membri europei di E.U.N.W.A. hanno sottoscritto un protocollo d’intesa, poi denominato “Carta di Venezia” in onore della città ospitante, che a tutti gli effetti può essere considerato un primo passo verso un percorso che porti a riconoscere, a livello europeo, attraverso le sue istituzioni, l’esistenza di un diritto fondamentale, promosso da sempre dal Controllo di Vicinato: quello di vivere una vita sicura e di partecipare, assieme alle istituzioni locali, alla costruzione della propria vita in sicurezza.

E la modalità operativa per arrivare a tale obiettivo sarà quella di mettere in rete le Amministrazioni locali, le Università, enti e Associazioni locali che si occupano di sicurezza partecipata, attraverso una proposta ad hoc, fattibile operativamente ed economicamente e ben identificata sul piano logistico.

Insomma, l’idea è quella di fornire alle Città una solida struttura di rete che si occupi di sicurezza (nella sua triplice accezione di security, safety e careness) e di lotta al degrado in senso generale, anche con l’ausilio di partner tecnologici consolidati come Axon e Nextdoor.

Mediante la Carta di Venezia, quindi, diverse realtà cercano di dare vita ad un circuito di cooperazione internazionale al fine di sensibilizzare ad una maggiore attenzione verso i temi della legalità, della sicurezza e soprattutto della prevenzione: un vero e proprio accordo teso a sviluppare una intensa collaborazione per la diffusione di tutte quelle iniziative civiche che vanno nella direzione della prevenzione del degrado sociale e urbano e, quindi, verso un incremento della sicurezza percepita.

Più la collaborazione si farà allargata e internazionale, maggiore sarà la percezione della sicurezza del singolo cittadino: è anche per questo motivo che, già ormai da qualche anno, alcune Amministrazioni, come ad esempio quella di Pomezia, mettono il tema della sicurezza partecipata e, in particolare, quello della diffusione del progetto di Controllo di Vicinato, all’interno del programma di Governo cittadino.

C’è ora da augurarsi che le Prefetture, sulla scorta di quanto fatto già nel 2016 da quella di Venezia, valutino la possibilità di firmare protocolli d’intesa con i Comuni virtuosi che applicano il CdV, nei quali, infatti, si sono evidenziati significativi risultati di prevenzione e contrasto della microcriminalità di carattere predatorio e di innalzamento degli standard di sicurezza, specie nelle aree interessate da situazioni di degrado urbano, con la partecipazione attiva della collettività.

Ad esempio creando in queste realtà tavoli di sicurezza territoriali con la presenza di funzionari delle stesse Prefetture interessate, allo scopo anche di valorizzare la collaborazione dei cittadini e accrescere così la fiducia nelle istituzioni e il senso di appartenenza alla propria comunità.