I RACCONTI DI CAMPAGNA APPRODANO A SPERLONGA

“Il Palato della Memoria” , uno degli ultimi libri dello scrittore pontino, verrà presentato nell’ambito di “Sapori di mare”, nello spazio riservato allo Slow Food

Nello spazio che “Sapori di
mare”, la rassegna di Sperlonga dedicata al pesce azzurro e alla
biodiversità locale, ha riservato allo Slow Food verrà presentato,
sabato 29 giugno alle 21, il libro “Il Palato della Memoria” di
Roberto Campagna. Oltre all’autore, interverranno Antonio
Veneziani, poeta e saggista, Tommaso Iacoacci, dirigente dello Slow
Food, e Luigi Centauri, presidente del Capol (Centro assaggiatori
produzioni olivicole di Latina). Pubblicato da Castelvecchi, il libro
è composto di dodici racconti, in bilico tra presente e passato, che
narrano storie con una straordinaria leggerezza poetica. Tutto è
sempre osservato e descritto con partecipazione ma anche con una
sottile ironia. Dodici racconti che, come una ragnatela, lo prendono
il lettore e lo portano nella adolescenza e nella giovinezza del
protagonista e dentro la sua piccola “banda di amici”. La
scrittura è elegante e avvolgente e ogni racconto – tutti
indipendenti e tutti uniti dal filo della memoria, del luogo e dei
personaggi – tratta un piatto o un prodotto agroalimentare (da non
dimenticare che Roberto Campagna è un esperto di cibo, al quale ha
dedicato svariate pubblicazioni). La letteratura popolare, e in
particolar modo il racconto orale, in questo libro di Campagna si
coniugano insieme in uno squisito pamphlet di ricordi pseudo
autobiografici. Campagna, giornalista e sociologo, è un vero
scrittore “popolare”, se con popolare si intende il lascito che
la memoria imprime nella tradizione del saper narrare, con ironia e
arguzia, episodi cruciali, in grado di sintetizzare una comunità e
le sue tradizioni, i suoi sapori tipici e trasformarli in emozioni
viventi, immortali. I luoghi delle memoria di Campagna, oltre ai
Monti Lepini e i suoi paesi, sono alcune zone del Mar Adriatico e
del Lago di Bracciano, che tracciano l’anima e cristallizzano il
ricordo, tra favola e cruda realtà, come ne “La strada”di Federico
Fellini. “Il palato della memoria” è un libro pseudo
autobiografico perché Flavio, il protagonista dei dodici racconti, è
il riflesso nostalgico dello stesso autore; è infatti negli occhi di
Flavio che Campagna ripercorre luoghi e sapori passati, forse
scomparsi o in via di sparizione, ma indelebili nella sua memoria di
ragazzo nel pieno della vita. I ricordi sono fatti di odori e gusti
sopiti nel tempo e Campagna, con la sua verve narrativa frizzante e
ironica – l’autore ha la capacità di scrivere una lingua corrente,
colloquiale, senza risultare volgare – impasta le sue storie come
ricette di cucina, usando lo stesso timbro scanzonato di un Balzac e
lo fa trasportando il lettore – anche il lettore estraneo ai luoghi e
ai cibi citati – nel suo mondo di nostalgiche disillusioni
politiche, di scorribande canagliesche, di scherzi e alambicchi
giovanili, di ripicche e fughe e amorazzi scollacciati. Leggendo
dunque “Il palato della memoria” non si può non pensare a una
tenerezza antica – ma come fa la tenerezza a non essere anche gioia
rabbiosa per un tempo ormai perduto? – e soprattutto a una operazione
di recupero sociale e culturale, a un “Amarcord” che vuole farsi
scatola magica, scrigno di ricordi, perché il vero miracolo
dell’uomo è sapere di appartenere a un luogo e di portarselo
sempre dentro.