Into the Storm

La natura scatena gli effetti speciali

I “Disaster Movie” non devono fare molto di più che creare emozioni, pulsioni e riempire di “oohh” di sorpresa il pubblico in sala o davanti al Blu Ray di casa, aspettarsi qualcosa di più significa aver sbagliato film.

Rievocando senza troppo pudore quel “Twister” di quasi 20 anni fa, “Into the Storm” il suo mestiere lo fa e lo fa bene, gli effetti sono apocalitticamente sensazionali, certo che la dinamica relazionale dei protagonisti è così banale da renderne difficile anche la descrizione.

A Silverton, cittadina dell’Oregon (piccola ma un concentrato di luoghi comuni a stelle e strisce) sta accadendo qualcosa di terrificante:  una serie di tornado si sta abbattendo nel centro abitato devastando tutto ma il peggio dicono gli esperti deve ancora arrivare, perché il più grande di tutti, il “Big Bang” dei cicloni sta per abbattersi proprio li.

Tutti scappano, cercano un rifugio ma non tutti a guardar bene…si perché un manipolo di scellerati, cacciatori pseudo scientifici di tornado e dilettanti allo sbaraglio alla caccia della foto ricordo magari da inserire in un social network corre verso il centro del mirino, quell’occhio del ciclone che regalerà gloria eterna o esperienza estrema magari insieme alla pace eterna.

Il modello narrativo è prettamente da plot televisivo a metà tra una soap e quei documentari attivi dove il ricercatore parla alla telecamera quasi fosse un inviato speciale ed anche la personalità degli attori del cast risulta così impalpabile da pensare che sia stata una scelta studiata.

La protagonista deve esser per il regista la natura scatenata e incontrollata, null’altro deve frapporsi e in questo il regista Steve Quale non sbaglia, del resto lui è non è il primo collaboratore di sua maestà James Cameron per gli effetti speciali?

Spruzzate di banalità e di patriottismo non mancano, i teenager innamorati e gli spericolati da prendere a schiaffi sono il filo conduttore di questo disastro annunciato ma l’effetto per gli amanti del genere è di sicuro appeal e il film scorre velocissimo fino al risplendere del sole.

Solo Richard Armitage tra gli attori riesce ad emergere in un ruolo che è necessariamente dosato per fungere da punto di raccolta emozionale tra tutti i co-protagonisti, che soffrono subiscono o cercano follemente il tornado più grande e del resto l’attore inglese è sempre a suo agio in scenari scatenati, tra  “Lo Hobbit” e “Captain America” all’emergenza degli elementi ha fatto il callo, mentre la colonna sonora composta da Brian Tyler appare come in altri film da lui musicati sempre troppo invadente.

Alcune scene come detto sono di straordinario effetto visivo ed emotivo, un film pensato e realizzato strizzando l’occhio ad un pubblico giovane e alle Pay-TV ma che certamente non deluderà gli appassionati del genere.

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