Job Meeting

Un piccolo contributo contro la crisi.

Ci sono molte ragioni economiche che portano un paese ad avere forti tassi di disoccupazione. La prima, di natura keynesiana, ovvero suggerita dal grande economista inglese John Maynard Keynes, postula una relazione tra la mancanza di domanda di beni e servizi da parte dei consumatori, mancanza che porta le imprese a ridurre la produzione e quindi il numero dei lavoratori. Un’ altra motivazione, ad esempio descrive il ruolo della tecnologia nel sistema economico.

Il cambiamento tecnologico aumenta la produttività dei lavoratori che a sua volta crea un incentivo a risparmiare sul fattore produttivo umano. Ci sono poi teorie che sottolineano l’influsso nefasto della tassazione che raggiunti livelli inaccettabili disincentiva l’attività economica e quindi la produzione delle imprese. A mio avviso quella più interessante è l’ultima che cito: ci sono economisti che pensano che la disoccupazione sia il prodotto del mancato incontro tra domanda di lavoro  (le imprese) e l’offerta di lavoro (i lavoratori). Questo disallineamento, in inglese “mismatching” non è imputabile solo a un mancato accordo sul salario o sullo stipendio, ma deriva soprattutto dal fatto che le imprese hanno bisogno di coprire funzioni organizzative o ruoli particolari, che non riescono a trovare nel mondo impiegatizio.

Come ovviare a questo tipo di fenomeno? Ci sono interventi che hanno bisogno di molto tempo come la riforma della scuola e del sistema formativo nazionale e piccoli interventi che possono limitare i danni nel breve periodo. Un provvedimento che un’istituzione pubblica può prendere, tra l’altro senza grandi coperture economiche, è l’organizzazione dei “job meeting”. Un job meeting è un evento pubblico dove imprese e cittadini in cerca di lavoro, soprattutto studenti delle scuole superiori e dell’università, possono incontrarsi, dialogare e quindi abbattere le distanze, ma soprattutto possono ridurre il gap di informazioni. Uno studente ad esempio potrebbe scoprire che applicarsi nella conoscenza di un determinato software potrebbe aprirgli una carriera in un’azienda locale.

Per passare dall’astratto al concreto, mi permetto di suggerire all’Amministrazione Fucci di prendere in seria considerazione l’idea di organizzare questo tipo di incontri nei locali del ex-Campus Universitario. Si potrebbero coinvolgere le aziende grandi e piccole del territorio e gli istituti scolastici, in particolare gli istituti tecnici. Ogni azienda potrebbe allestire uno stand dove accogliere i presenti cercando di raccontare un po’ della propria vita produttiva. Sempre le aziende potrebbero raccogliere curricula e gestire dei colloqui preselettivi di possibili risorse umane candidate all’assunzione. Ancora, potrebbero essere animati convegni sul mondo del lavoro con esperti del settore, o corsi di aiuto alla ricerca dell’impiego. Il tutto inoltre potrebbe essere finanziato con il contributo del privato, che potrebbe essere interessato al miglioramento della propria immagine e il proprio prestigio sociale a Pomezia e dintorni.

In tempi di austerity, le amministrazioni pubbliche devono imparare ad ottenere il massimo dell’impatto sociale, con il minimo sforzo finanziario. Il job meeting potrebbe rivelarsi uno strumento utile che va in questa direzione. Inoltre i sindaci non hanno il compito di trovare personalmente un’occupazione al cittadino x, o a quello y, ma hanno l’obbligo morale di creare le condizioni affinché a tutti i cittadini possa essere data l’opportunità di dimostrare le proprie capacità professionali.
Speriamo che prima o poi anche Pomezia possa dare un calcio al pessimismo, smentendo nei fatti le cassandre del declino.