Friday, March 29, 2024
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Il “triste” destino del cittadino attivo, accadde ad Ardea

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Il cittadino attivo è, per definizione, una persona attenta al territorio, partecipe della cosa pubblica, dotato di spiccato senso civico: uno di quelli, insomma, che ogni Amministrazione comunale, dotata di buon senso, vorrebbe tra le fila dei propri residenti.

E il motivo è tanto banale, quanto strategico per un Comune.

Il cittadino attivo è come una sentinella sul territorio, è quasi un “consigliere civico aggiunto”, attento ai temi ambientali, sociali, alla sicurezza: le Amministrazioni virtuose se ne servono, ad esempio, attraverso progetti che non solo fanno risparmiare le casse comunali, ma rendono anche un servizio all’intera comunità cittadina.

Potremmo citare il progetto del Controllo del Vicinato, ormai attivo in più di 100 Comuni italiani, dove un gruppo di cittadini può costituire un vero e proprio ponte comunicativo tra loro, le forze dell’ordine e gli amministratori locali per il controllo del proprio quartiere, attraverso segnalazioni qualificate di eventi legati alla sicurezza.

Cittadini attivi che, in questo caso, per puro spirito di appartenenza al territorio e per senso civico collaborano con Polizia locale e Carabinieri di zona per una convivenza sicura  e consapevole, nella convinzione che non è possibile mettere una volante a presidio di ogni strada e che la partecipazione sia, al momento, l’unica strada percorribile.

Fin qui tutto bene, ma…ci sono anche quelle Amministrazioni che, sebbene bisognose “di aiuto” da parte dei cittadini,  si auto-convincono di bastare a se stesse.

Succede infatti nel Comune di Ardea – appena qualche giorno fa – che, nonostante una buca (voragine) stradale fosse stata prontamente segnalata alle Istituzioni, questa rimanesse lì nella sua autentica bellezza concava per mesi (le mail che segnalavano la pericolosità della situazione erano state inoltrate più volte in almeno tre mesi): segreteria del Sindaco, ufficio Lavori pubblici e Polizia locale forse nemmeno avevano fatto caso alle insistenze dei cittadini opprimenti che nulla hanno da fare se non “disturbare” la quiete operosità dell’Amministrazione comunale.

E quando questi si svegliano dal torpore invernale che li aveva colti mesi addietro, ecco la efficace, tempestiva e tanto attesa risposta: la competenza non è nostra!

Un mix di grave menefreghismo e di scarsissima conoscenza del proprio territorio.

Perché il caso vuole che in quella buca ci va a cadere una ignara motociclista, che per poco non ci rimette l’osso del collo e se la cava con una visita al pronto soccorso: volete sapere come va a finire?

Va a finire che la buca, prontamente – si fa per dire –  rattoppata, trova finalmente il suo responsabile (il Comune che aveva negato la propria competenza territoriale) e che il cittadino attivo, che tanto si era prodigato per la comunità, rimane sbigottito per quanto accaduto e per quanto poteva essere semplicemente evitato.

Ma la storia, come recita il titolo di questo articolo, è triste: rimangono, infatti, a dieci metri di distanza dalla prima voragine rattoppata almeno altre due buche pericolose, ovviamente già segnalate da tempo…che Dio ce la mandi buona pure stavolta!

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