Saturday, April 20, 2024

Se il giornalismo va…… a puttane

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Storia (breve) di un’ordinanza nuova…anzi vecchia

 

Io ci ho vissuto a Santa Palomba, dal 2005 al 2007… e la mia esperienza di vita in questa zona periferica di Pomezia, ai confini con l’area dei Colli Albani, è stata senza dubbio positiva: tanto verde, tranquillità e vicinanza alla stazione ferroviaria.

Da anni, però, il quartiere è abbandonato a se stesso e con gravi criticità: tra tutte, oltre alla mancanza di collegamento con la rete idrica, il fenomeno della prostituzione, sia sotto le abitazioni che in prossimità dell’importante snodo di collegamento con la Capitale.

Sul tema della prostituzione è ovvio che, in mancanza di una vera svolta nella legislazione nazionale, che affronti davvero il problema igienico e di decoro urbano, si debba andare avanti a colpi di ordinanza, l’unico mezzo (di deterrenza) a disposizione dei Sindaci per contrastare un fenomeno che porta con sé anche  implicazioni legate alla  sicurezza stradale.

L’ultima ordinanza “anti-prostituzione” emanata nella nostra Città alla fine dello scorso mese di settembre ha, però, una storia particolare e vorrei brevemente raccontarvela, perché tutti possano essere in grado di valutare non solo lo strumento, ma anche e, direi, soprattutto la particolare attenzione dedicata alla questione dai media locali e nazionali.

Iniziamo dal testo del  provvedimento.

Si vieta “a chiunque, in tutto il territorio comunale, di contattare soggetti dediti alla prostituzione ovvero concordare con gli stessi prestazioni sessuali a pagamento, oppure intrattenersi, anche solo per chiedere informazioni, con soggetti che esercitano l’attività di meretricio su strada o che per l’atteggiamento, ovvero per l’abbigliamento o le modalità comportamentali, manifestano comunque l’intenzione di esercitare l’attività consistente in prestazioni sessuali. Se l’interessato è a bordo di un veicolo la violazione si concretizza anche con la semplice fermata al fine di contattare il soggetto dedito al meretricio. Consentire la salita sul proprio veicolo di uno o più soggetti come sopra identificati costituisce conferma palese dell’avvenuta violazione alla presente ordinanza. E’ fatto inoltre divieto di assumere atteggiamenti, modalità comportamentali ovvero indossare abbigliamenti che manifestino inequivocabilmente l’intenzione di adescare o esercitare l’attività di meretricio”.

Passiamo ad una breve rassegna stampa.

Su due delle testate locali più diffuse si legge: “Il Sindaco di Pomezia Fabio Fucci vieta di parlare con le prostitute: la multa è di 166 euro” e “Nuova ordinanza di Fucci che fa parlare. A Pomezia è vietato parlare con le prostitute: si rischia una multa da 166 euro”.

Ora, invece, le stesse due testate, appena due anni fa: “Contrasto alla prostituzione, nuova ordinanza del Sindaco De Fusco” e “Il Sindaco De Fusco firma l’ordinanza. Continua la lotta alla prostituzione”.

Voi direte…dov’è il problema?

Il Sindaco Fucci ha emanato la stessa ordinanza firmata due anni fa dall’ex Sindaco De Fusco, semplicemente rinnovandola, ma i giornali locali non se ne accorgono e commentano la stessa notizia in modo opposto, riservando titoli pacati e tutto sommato positivi solo per l’ex Pd.

Anche la stampa nazionale sembra meravigliarsi di fronte alla vecchia-nuova ordinanza anti-prostituzione:

“Pomezia, il Sindaco grillino vieta di parlare con le prostitute”, “Il grillino iper-proibizionista vieta di parlare alla lucciole” e via dicendo.

 

Insomma, ancora una volta siamo di fronte allo stravolgimento della realtà da parte di chi, invece, per professione,  dovrebbe raccontarcela con obiettività.

 

Cinquanta anni fa nasceva il fumetto “Mafalda”, la bambina ribelle, arguta e dalle domande disarmanti, disegnata dall’argentino Joaquín Salvador  Lavado Tejón , con lo pseudonimo di  Quino: ecco, noi dovremmo essere un po’ come Mafalda nella vita, attenti nel leggerla e capaci di “tirar fuori, qualche volta, l’intelligenza, come le gambe, per sgranchirla”.

 

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